L’ho sentito

Da molto tempo non entravo in un centro commerciale. Stamani l’ho fatto, perché è sulla strada di ritorno da scuola verso casa. C’era poca gente, strano, ma le luci erano forti e la musica molto stupida. Non ricordavo le musiche dei centri commerciali. Poi c’era un odore di vetro e plastica e io camminavo fendendo l’aria vuota e fresca, guardando il mio riflesso nelle vetrine. Ho comprato due abiti. I miei due tipici abitini bellini che se ne stanno lì aggrappati sotto il seno e poi scendono giù morbidi e si fermano appena sotto il ginocchio. Sono due abiti molto diversi ma entrambi molto miei. La commessa era tutta contenta quando sono uscita dallo spogliatoio; e anch’io. Che con uno sembravo una morbida fata delle primavere, fiorita, tutta color glicine e setosa. “Dolce” – dice lei – “Questi fiori, questo colore…saranno i tuoi capelli che stanno così bene con quest’abito”. Sì, dev’essere quello. L’altro abito invece è nero, di cotone, senza maniche, con una gonna tutta fantasie rosse, accese, nette, visibili. Un abito per camminare sull’asfalto anche umido di una città in ripresa; con una grande borsa di vernice rossa appesa al braccio, se solo ce l’avessi – ma invece ce l’ho gialla. Insomma ero lì che entravo ed uscivo e mi guardavo allo specchio e, accidenti, mi stava tutto così bene, le gambe erano della forma, dell’altezza e della pelle giusta, la bocca era rossa senza aggredire, i riccioli cadevano giù intonandosi ai fiori dell’abito. Ero bella. Quei momenti in cui ti guardi e ti trovi così, semplicemente. Eppure non era di questo che volevo parlare. Io volevo parlare di quando sono uscita dal negozio, i vestiti ben piegati nel sacchetto, profumati di nuovo. E’ allora che l’ho sentito, proprio allora. Era il nulla che mi pendeva appeso al braccio, che riempiva l’intorno, che s’infilava negli occhi e nei capelli che piacevano tanto alla commessa e nel cappuccino che ho bevuto e nelle facce di tutti quelli che passavano, tutti ugualmente morti senza saperlo. Immersi come me in un solido nulla.

L’ho sentitoultima modifica: 2008-09-04T14:49:00+02:00da capecchi
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3 pensieri su “L’ho sentito

  1. Infatti, proprio perchè tutto è materia, io ho definito questo nulla “solido”. Il solido nulla nel quale tutti sguazziamo. Un nulla così concreto e tangibile da prendere alla gola.

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