Le stanze di Gaia

Smog contro Natura

Nella nostra New York personale, salire io e la Nina sopra un taxi, per dimenticare l’odiata montagna. Vedere le sue gambette che appoggiano sul sedile e gli occhi che guardano su, nel cielo striato di grigio città. La piantina che il tassista regala mentre lei, zitta, sorride. “C’è gente come in Riviera”, dice lui dietro gli occhiali scuri, fendendo le vie del centro come si taglia una torta. Quando scendiamo, abbiamo entrambe una borsa e poca voglia di camminare. Molta di bere. Infatti beviamo, io birra lei acqua, in una casa dai toni del verde e gli sgabelli come in un bar. Quando la sera scende, è l’ora di andare, perché comincia a far buio e due signorine a modo all’imbrunire rientrano. La città è calda, puzza e ha bagliori aranciati. In una parola è meravigliosa. Smog contro Natura 1-0, come sempre. L’idea fissa al momento è solo una: enorme colata di cemento su tutto il Corno alle Scale. Disseminare sui tornanti parcheggi, fabbriche, scale mobili, centri commerciali, enormi palazzi di vetro e acciaio. Mostri tecnologici che ti fissino a ogni curva. Dio, la gioia selvaggia di veder pietrificata sotto una colata lavica la montagna tutta. E alla fine, giù dal taxi mano nella mano, aggrapparsi a poche certezze: il clangore metallico dei tram, lo scambio dei fili della luce sopra le teste, il frastuono sporco delle macchine.  

Smog contro Naturaultima modifica: 2009-09-03T22:22:00+02:00da
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