Quando s’arriva a dicembre devo sempre trattenermi un po’, altrimenti ne scriverei continuamente. E’ che lo amo in modo esagerato, questo mese. Infatti di lui mi piace proprio tutto: dal freddo, alla ressa, alla noia dei pranzi festivi, alle sciarpe e ai fagotti di vestiti. Per non parlare delle canzoni di Natale e dei film pieni di troppe luci in televisione. Ieri mi sono commossa con Will Ferrell vestito da elfo, per dire. Da qualche anno poi mi piace anche di più: facile, per chi mi conosce, intuire perchè. Allora sono stata felice quando, alcune settimane fa, un signore molto a modo mi ha invitata a scrivere un post da mettere sotto l’albero. Così l’ho scritto. E per la prima volta mi sono ritrovata anch’io insieme a molti altri che parlavano di alberi, pacchetti, sparizioni, esplosioni e borse desiderate dentro le scatole col fiocco. E insomma. Per leggere me e tutti quanti, andate a scartare questo. Un regalo fatto dal suono delle dita che picchiano sui tasti, nelle notti insonni e affannate di questo dicembre.
E si sta già lavorando alla seconda edizione senza refusi…
La prima però resterà la migliore, refusi compresi (e che Walid sia con te).
Da approfondite indagini, è venuto fuori che quel «Walid» me l’ha regalato il post de La Rejna, tu pensa. Abbiamo riso molto.
Ogni tuo testo è un regalo atteso che scarto con curiosità, ma imponendomi la maggior calma possibile per gustarmelo meglio.
Oh, mi hai commosso.