Impreparata

Per quanto si possa odiare agosto, accade sempre che finisca troppo presto. Rimani insomma un po’ così, impreparata, con gli occhi sbarrati degli animali sorpresi nella notte dai fari delle macchine. C’è settembre, c’è da ripigliare tutto in mano, c’è da affacciarsi dentro il proprio armadio. E va bene. Settembre è anche un mese bello. Terrorizzante ma bello. Lo si affronta a spalle dritte, per non soccombere. E però c’è il fatto di quest’anno strano. Di questa bolla in cui ho vissuto da ottobre fino adesso. Di questa sospensione in cui ho galleggiato per mesi. Un anno fa di questi tempi mi dividevo fra piangere, urlare, dormire. Mi ricordo una sera che mi alzai e cenai in piedi in cucina, con gli occhi gonfi e la camicia da notte, pescando taralli da un sacchetto e bevendo una Corona ghiacciata. Ora dal forno sale odore di funghi e io ho uno smalto nuovo sulle unghie – anche se il colore mi lascia perplessa. Son qui coi capelli bagnati e indietro vedo solo mesi bellissimi, liberi, del tutto miei. Una specie di finestra ritagliata in un foglio di carta bianco. Ho avuto tanti amici che passavano a dormire qui; tanti da andare a trovare; tanti a cui scrivere. Ho riempito e non svuotato un sacco di valigie. C’è stata Londra, c’è stata Lecce. C’è stato quello che io volevo e quello che no, ma meno. Ci son state tutte quelle settimane col mal di schiena passate a leggere. Pile di libri sul comodino e per terra e ovunque. Avrei potuto ascoltare più musica, forse. Stare di più – ancora, ancora di più – con la Nina. E guardare più film. Ma ho saputo dire un paio di no importanti e non mi sono mai sentita così a posto. Gli alunni mi son mancati, certo. L’odore della scuola anche. Quel misto di gesso e sudore e bianchetto e quaderni nuovi. Il senso perfetto di controllo quando chiudo la porta dell’aula e li guardo tutti. Mi è mancato, sì. Ma sapevo che mi sarebbe salito su per le narici di nuovo; e a lungo. Dunque ero felice; respiravo per davvero.
Così oggi finisce agosto e quest’anno rallentato e pienissimo di me. Domani è settembre e io non so più nulla. Ma penso che sarà giusto accogliere il primo giorno della mia nuova vita con un rouge noir sulle labbra.

Impreparataultima modifica: 2010-08-31T20:36:00+02:00da capecchi
Reposta per primo quest’articolo

2 pensieri su “Impreparata

  1. Non ci si può lasciar sgretolare dalla burocrazia. Hai preso in mano la tua vita e l’hai resa migliore. Nei limiti del possibile, è questo l’imperativo morale, visto che è una sola la vita che abbiamo a disposizione.

  2. hai fatto la tua scelta, ne hai presa responsabilità e hai affrontato un anno completamente nuovo per te, lontano dai banchi, nuovo ma bello che sicuramenete ti ha lasciato tante cose detro di te. Ora torni tra i banchi e sarà come la prima volta. Buon lavoro!

I commenti sono chiusi.