Purple rain, purple rain

 

DSC05576.JPGQuando è entrato sul palco io non me ne sono accorta e son rimasta lì per i primi pezzi a chiedermi che stesse succedendo. Il palazzetto era tutto illuminato, il palco era nell’ombra e là sopra un omino piccino con gli occhiali neri e un gruppo compatto hanno iniziato a suonare. Eravamo alle prove, a una jam, a un concerto in piazza, o dove? A un certo punto non so come ma urlavamo tutti Delirious ed era bellissimo anche se in modo strano, con quel senso di sospensione e attesa che ci ha lasciato lì appesi. Poi lui ci chiede se siamo pronti: e siamo prontissimi. Così giù tutte le luci, accesi i fari sul palco. Cono di pulviscolo luminoso. Chitarre. E là nel mezzo, come emerso dai fumi dal passato, esattamente come te lo ricordavi, Prince. Vestito di nero luccicante, controluce, chitarra al collo. Attacca Let’s go crazy, la musica comincia a martellare e martellerà senza tregua per tutto il tempo, anche se senti la mancanza di contralti che graffino e tenori che vibrino; una terribile mancanza. Il ragazzino cinquantenne se ne sta lì e sorride molto. Fa le sue giravolte sensuali, si appoggia al piano, articola le mani davanti a sé come gli hai sempre visto fare, muove il culo e lo fa muovere a noi, che vogliamo ballare e saltare Let’s work, Uptown, You got the look. Quando lo ami è il momento in cui slabbra la chitarra con i suoi sdeghedeghedeng: questo è funky, baby, e prova a dire di no se ci riesci. Prova a stare fermo con le gambe. Prova a non battere per terra gli stivali con le borchie. Quando lo ami è la voce che sale e si ferma su quegli urletti. Il falsetto che vien bene solo a lui, oh yeah. Intravedere il pianoforte viola, notare il suo cambio d’abito in camicia di pizzo nera. E intanto lui suona, non si risparmia, canta, ride, va da una parte all’altra del palco da microscopico re quale egli è. Fa delle facce da amplesso, ancheggia. La chitarra che lo segue sempre. Poi di colpo la pioggia viola. Come se il tempo improvvisamente avesse cominciato una vertiginosa rincorsa indietro e tu fossi precipitata nei tuoi quattordici anni e vaghe immagini di Purple rain alla televisione e la voglia di avere un diario davanti e scriverci sopra il testo della canzone e tutte quelle negre vestite di pelle che non ti ricordi mica più come si chiamavano, forse Sheila E, Apollonia o chissà. Lui si gode noi che cantiamo, cantiamo per lui, ci dondoliamo alzando le braccia, cantileniamo ooooooh-ooohooohoooh-ooooohhhhhh. Quello è davvero un momento di dolcezza sfrontata, pura, ringhiante dentro la pancia. Avere la tua adolescenza lì e tenertela stretta forte. Ma non c’è tempo per sbrodolarsi in nostalgie. Bisogna alzarsi in piedi. That’s funky biz, alzati e balla. Le corde della chitarra strattonano note che tutti sanno a memoria, la batteria batte i suoi colpi secchi, precisi. Gli alti del giovinetto in nero dicono così: don’t have to be rich to be my girl sdeghedeghedeng. Tutti balliamo Kiss come una specie di rito collettivo funky, in preda a una sorta di gioioso stendersi dei polpacci. La cosa meravigliosa è accorgersi che Kiss l’hai ballata milioni di volte, che ti sei dimenata al ritmo di quegli acuti non ricordi più come dove e con chi ma adesso, adesso, ehi, lo fai mentre Prince è lì e la canta per te. Non serve altro.

Purple rain, purple rainultima modifica: 2010-11-04T11:01:00+01:00da capecchi
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5 pensieri su “Purple rain, purple rain

  1. Se Prince è il tuo idolo, se ti piace ascoltare Prince, se Prince è parte della tua adolescenza, allora, quando Prince passa da Milano o da Roma, ti procuri subito un biglietto per il suo concerto. Non ho altro da aggiungere.

  2. Beh, non è il mio idolo ma certo mi è sempre garbato un sacco e ha fatto parte della mia adolescenza – eccome. Dunque io c’ero.

  3. ti invidio un bel po’, di concerti ne ho visti a centinaia ma Prince è veramente quello che mi manca, avrei voluto un sacco essere lì a ballare con te ma non ce l’ho fatta, spero in una prossima volta.
    Ma eri al Forum a vederlo? perchè ho letto da una recensione da Emmebi che diceva: “Ecco che circa 15 minuti dopo il secondo bis, Prince e la band tornano sul palco, con il forum quasi svuotato. Iniziano a suonare Take Me With U e Guitar, ma con un tiro più rock. Noi corriamo e ci mettiamo sotto il palco e in questo caso l’atmosfera che si respira è quella dell’after show, del set per pochi intimi.
    Una piacevole sorpresa, semplice ed efficace. E Prince ride, felice e beffardo, mentre vede la gente che, alla spicciolata, rientra dentro il Forum per vivere questa nuova esperienza”

  4. Oh, Migio. Che bello leggerti qui. Sì, io e il Ragu eravamo al Forum e ci siamo beccati anche il bis a sorpresa a palazzetto svuotato: avevo avuto un paio di soffiate in merito al concerto di Roma e così ho intimato al consorte (non danzante) di aspettare. Attesa premiata.

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