Ask me to stay

                                                                                           Todd White, Ask me to stay Voglio saper tenere un bicchiere in mano in un certo modo. Avere linee del corpo allungate e nervose. Essere capace di deformarmi in un sorriso sghembo. Indossare solo sottovesti nere. Oppure fumare, inarcandomi lievemente di lato. Frequentare locali dove tipi in cravatte strane si appendono a sigari o tastiere di pianoforte. Voglio occhi … Continua a leggere

Ossessioni

  Macinate bene nella pancia o nate improvvise, brucianti e precarie, le ossessioni vanno consumate. Sempre. Allora: benvenuto.

Falling slowly

Io i cieli di quando il sole si vede poco e il freddo taglia le mani e le sciarpe vanno bene tutte, allora, io, quei cieli lì non li conosco. Non conosco quelle gonne lunghe di lana pesante né quei visi struccati. E neppure le cabine telefoniche e la sabbia nera bagnata piatta. Ma conosco gli occhi. Conosco le mani. … Continua a leggere

Dentro il guscio

E’ una giornata vischiosa. Colla. Bava. Brutti colori fuori. Giù in strada i clacson fanno da colonna sonora: pare una squadra abbia vinto una partita importante e allora festeggiano. Come quella volta a Roma che c’era il cielo color arancio anche se era notte e tutti che impazzavano e persino limousine bianche che passavano di lì. In questi casi non … Continua a leggere

Bicchieri

Il tipo tutto vestito di bianco che suonava i bicchieri in via del Corso. Ed usciva quel suono lì, tutto soffiato, come portato dal vento, irritante ma sinuoso. La vie en rose, mi pare. Mentre una luce assoluta allagava tutto quanto. Le strade le facce i capelli gli occhi i discorsi il tempo che passava e per un attimo si … Continua a leggere

I cieli così

Il cielo fuori è così. A me piacciono i cieli così. Moltissimo. Che starei lì a guardarli per ore. Forse perché sono pieni e gonfi. Proteggono dall’abisso e dalla sparizione, non so. E mi riportano un po’, ma poco, in Vermont, dove le nuvole erano qualcosa che non si descrive e che mi manca, sempre, sempre; come se avessi perso … Continua a leggere

Quei due lì

Poi quando si vedono loro due che se ne stanno soli e tristi a pensarsi ma non si cercano non si chiamano non si vanno a stanare e intanto fuori c’è il Natale e New York bellissima però crudele, ti verrebbe da dire: oh, allora, che diamine! Alza il telefono! Suona alla porta! Aspettalo sotto casa! Proprio vorresti entrare nello … Continua a leggere

Pastiglia

Pioveva parecchio, stamattina mentre si andava sotto gli ombrelli via da scuola e mentre s’aspettava l’autobus tutti stretti sotto la pensilina. Nulla pareva al suo posto eppure tutto lo era, pigiati dentro il 93 – il caldo e i vetri appannati con fuori la città di una mattina qualunque. Così poi si sta seduti a sentir raccontare di radio e … Continua a leggere

Tanto freddo e tanto caldo

Era tanto freddo, là in mezzo alla Montagnola. E si affondava con i piedi nel fango, con la faccia nel vento, con gli occhi fra i rami neri. Tutto si sovrapponeva in figure geometricamente imperfette, voci distorte, trucco colato. Ma c’erano quei sorrisi gettati ovunque; c’erano quelle mani fredde, che stringevano nodi e spettinavano capelli. Era un incastrarsi di fiati … Continua a leggere

Tanti auguri a te

La macchina corre veloce. La Stefania è contenta perché dice che il taxi la rilassa. La notte, là fuori, pare una noce da schiacciare e far scrocchiare sotto i denti. Nel teatro rosso suonano due vecchi ottuagenari dall’età musicale apparente di venti-ventuno anni. La Stefania ride, si diverte. Io la guardo, rido anch’io, mi accascio sulla poltrona rossa, le gambe … Continua a leggere