Porte che sbattono

Poche cose sai, di te, ma di una sei certa: che quando ci sei tu riempi la vita. Nel bene e nel male, ma la riempi. Non sei di quelle persone lì che dici: “…ah, come si chiamava? Sì, dai, quella magrina tanto gentile…ma aspetta…lei…che faceva? Proprio non te la ricordi? Era carina, no? Ma come si chiamava?”. No, non … Continua a leggere

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Torre

Mi sono incisa sopra gli occhi un pesante trucco color viola – maschera od occhiaia rovesciata – e sono uscita. In un sole che tagliava le strade di traverso, netto. Non c’era spazio per le sfumature, stamani verso le undici e mezzo, mentre camminavo pestando l’asfalto in strade secondarie e marginali. C’era solo da non fermarsi mai e affacciarsi e … Continua a leggere

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Settima bolgia

Cascata dentro all’Inferno dantesco, mi aggiro su ronchi scoscesi e avide serpi. Fantasmi già di per sé fantasmi che si fanno cenere; e poi si ricompongono, ritornano uomini di niente, ombre. E un altro serpente, la lingua puntuta, di nuovo, nel collo. Dissolversi; in cenere; ricrearsi; in ombra. Così, all’infinito. Chelidri, iaculi e faree, chencri e anfisibena. Per ovunque ti … Continua a leggere

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Sarà per te

Mi manca Francesco Nuti. Dov’è, che fine ha fatto, perché non fa più quelle cose tipo battere una vanga in testa a un bambino molesto o cantare una canzone come Giulia? Io me lo ricordo quando guardavo i film con Francesco Nuti. Mi ricordo come mi sentivo. Ma quanti anni avrò avuto, esattamente? Venti? Diciotto, sedici, meno? Forse quattordici. Non … Continua a leggere

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Diversa

Ore alle spalle dormite, poche. Praticamente mi lancio fuori casa senza sapere bene né come né perché. Mi caccio nelle orecchie l’oggettino con Paolo Conte e via. So poco di tutto. Però so che tengo su una spalla un’enorme borsa piena di spartiti e musiche, dall’altra il sassofono. Arrivo a scuola trafelata, accaldata, malnutrita. Incrocio sulle scale una professoressa di … Continua a leggere

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Il tempo si è fermato

E’ vero. Il tempo si è fermato. Quanto sarà che sono qui a scrivere? Uno, due, tre giorni? Otto? Oppure mesi? Anni? Perché sembra di essere su questa sedia vista chiesa e vista binari e vista pilone grigio da sempre. Sembra di non essersi mai spostati da qui. Sembra di essere rimasta ferma immobile bloccata per tutto questo tempo. Con … Continua a leggere

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Copia

In pratica potrei prendere il post qua sotto e ricopiarlo. Solo che le foglie sono aumentate e sono più asciutte. Mi sembrano anche più piccole ma non so perché. Comunque è cambiato poco: ho la testa un po’ più piena, qualche esercizio in più fatto, Miles Davis che si è sommato a Petrucciani; e parole. Moltissime. E questo tempo mi … Continua a leggere

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Undici minuti e quarantotto

Da mercoledì ascolto solo questa. Ininterrottamente. Da casa a scuola, da scuola a casa. Sempre. Sotto l’ombrello, sotto la pioggia, sotto l’ombra che fa l’ombrello sotto la pioggia. Guardandomi le punte rotonde e grosse degli anfibi, calpestando bave di foglie marroni e gialle e verdi. Con gonne nero pece o abiti a fiori rossi che sfiorano il ginocchio. Su questo … Continua a leggere

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Una che sorride

Ci pensavo oggi mentre tornavo carica di sacchetti attaccati al braccio e avevo appena fermato la porta col sedere a un signore dietro di me, sorridendogli e buttando là due o tre banalità sulla difficoltà di trovare le chiavi, aprire e gestire la spesa. Io sono una che sorride. Per me non ha senso la giornata di chi non sorride. … Continua a leggere

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Sberleffo

Oggi non mi spaventa nulla. Farei un inchino e uno sberleffo in faccia al demonio, se anche si presentasse. Oggi cammino a falcate ampie e decise sotto i portici e mi piglio tutto il sole in faccia e chiudo gli occhi come un gatto e la gente mi guarda e mi vede sorridere a qualcosa che non sa cosa. Del … Continua a leggere

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