Cappuccetto Rosso

“La storia di Cappuccetto Rosso fa vedere ai giovinetti e alle giovinette, e segnatamente alle giovinette, che non bisogna mai fermarsi a discorrere per strada con gente che non si conosce: perchè dei lupi ce n’è dappertutto e di diverse specie, e i più pericolosi sono appunto quelli che hanno faccia di persone garbate e pieni di complimenti e di … Continua a leggere

Così è (se vi pare)

Ho deciso che porterò le nuove belve, che giovedì finalmente vedrò, a teatro. Una domenica pomeriggio d’inverno. Così è (se vi pare). Lo pregusto già. Il fatto è che Pirandello è da molto molto tempo uno dei preferiti. La faccenda dell’identità mi ha sempre affascinato come poche altre cose. Tutto quel sovrapporsi di ruoli e maschere. Tutto quel sentirsi soli … Continua a leggere

Non cattivi, quasi felici

Leggerei solo di gente di provincia e storie da stanza del vescovo, in questo periodo. Oppure poesie dei crepuscolari. Poeti che scrivono versi così: “Non vivo. Solo, gelido, in disparte, / sorrido e guardo vivere me stesso” (Guido Gozzano, I colloqui); oppure cosà: “Io non ricordo, mio / dolce amore…Ve ne andate…/ Per sempre? Oh, come / vorrei piangere! Ma … Continua a leggere

Zeno

Quanto mi manca insegnare a Middlebury – Vermont o Firenze è uguale. Quanto mi manca insegnare letteratura – diciamo. Oggi m’ero rimessa a sfogliare quel consumato racconto lungo di Svevo, Il buon vecchio e la bella fanciulla. E ho trovato le mie sottolineature, le annotazioni per quando dovevo spiegarlo agli alunni americani, per cui Svevo, davvero, è proprio misterioso. Quanto … Continua a leggere

Educazione sessuale

Ho iniziato non so più quanti libri, ultimamente. L’illeggibile Con le peggiori intenzioni, che chissà la gente come fa a portare avanti, pesante e bolso e pieno di esclamativi com’è. E poi Altri libertini, Una famiglia americana, L., I turbamenti del giovane Torless, Il sax basso, Fiesta, Luci nella notte. Tutti abbandonati dopo dieci, venti, trenta pagine. L’unica storia che … Continua a leggere

Quando il buffo si slabbra

Pirandello. L’ho preso e rivoltato in ogni sua pagina. Dev’essere per quella faccenda dell’umorismo. Ci ha scritto un saggio intero, nel 1908. Ha spiegato per bene che cos’è. Per intendersi: la bella signora elegante che inciampa e batte una musata in terra è il comico. La vecchia imbellettata che si dipinge e s’infiocchetta perché ha un marito giovane e indifferente … Continua a leggere

Assolutismo

Cominciato e ricominciato a scrivere centro volte. Cancellato, cento volte. Ma che palle. Questa autocensura che mi taglia le mani. Devo porre fine a questo assolutismo sfrenato nei confronti delle mie parole. E’ che in questi giorni scriverei solo di due cose: estate passata; e scarpe.

“A forza di strizzare”

Tra poco, io e le belve andiamo a sentir parlare di Camillo Sbarbaro. A me è sempre piaciuto, già ne dicevo. Sarà per quella storia dei licheni. Li collezionava. I licheni. Che si abbarbicano alla terra arida e sopravvivono, così, di necessità e senza molti bisogni. Sarà per quegli occhi piccoli e tondi dietro occhiali piccoli e tondi. Poi passeggiava … Continua a leggere

“Stupida!”

C’è sempre stata questa figura che mi straziava. Ogni volta che ne leggevo, sempre, staccavo gli occhi dalla pagina con un grumo doloroso in gola. In questi giorni ci ho ripensato, alla moglie dell’Uomo dal fiore in bocca, tutta vestita di nero, acquattata dietro qualche muro, pazza, disperata, sola. L’UOMO DAL FIORE – Ecco…vede là? Dico là, a quel cantone…vede … Continua a leggere

“Difenditi con ferocia”

Dopo essermi lavata i capelli, sono uscita a passi lesti nei resti di neve e ho comprato anch’io due libri di Alda Merini, Vuoto d’amore e La pazza della porta accanto. Da ieri ne sono completamente avvinta. Però poi uno cerca di uscirne subito, appena può. Si patisce leggendo ma ci si sente anche, ipocritamente, al sicuro. La carne canta … Continua a leggere