Le stanze di Gaia

La vecchia noiosa faccenda di Liala

Non voglio, proprio non voglio riprendere la ormai vecchia, logora, stancante e assai dibattuta faccenda di/su Tiziano Scarpa, ma il mio pensierino ce l’ho anch’io ed è questo.
Beh? Che c’è, che volete da me? Quello che voglio io è proprio accarezzare gattini osservando la tigre. Altrimenti non sarei qui. Voglio fermarmi esattamente un passo prima del salto nel vuoto creato dalla Letteratura quella vera.
Infatti: gli altri non lo so, ma io non faccio Letteratura, signori. Scrivo cosucce che voglio si fermino prima dello sporco nel mio ombelico. Rivendico il mio ruolo di Liala, alè.
Quando io ho scritto del plumbeo dolore che ho provato quella volta o di come ero indecentemente sudata e sfatta dopo quell’altra o il disgusto e lo schifo di me ma insieme la gioia rabbiosa quell’altra ancora, ebbene, allora cos’ho ottenuto? Fare Letteratura? Elevarmi dal trito fatterello minimalista e guardare in faccia la tigre? Ma davvero? Ho ottenuto questo? Boh. Secondo me, ho ottenuto né più né meno di quello che ottengo adesso: cioè niente, ma con quel tanto di superiorità dolente in più che può dare l’essersi sventrato a mani nude di fronte a un pubblico.
Perché magari fatti veri ho raccontato, ma sempre un pubblico c’era davanti.

Sipario

La vecchia noiosa faccenda di Lialaultima modifica: 2003-07-27T20:05:00+02:00da
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