Le stanze di Gaia

18 anni

Cosa facevo a diciott’anni io me lo ricordo bene, anche perché, come ho scritto qui sotto, ho riletto proprio oggi i miei diari estivi.
Ecco, o sono io ad essere stata davvero fuori dal mondo (il che è assai probabile perché vivevo nella bambagia) o tutto nel frattempo è molto molto cambiato.
Perché di fruscìi fra le lenzuola, ragazzi, allora non si parlava proprio.

Estate, spiaggia, fine pomeriggio. Sulla battigia, una bambina di circa dieci anni è seduta accanto a una ragazz(in)a di circa diciotto. Parlano, disegnando ghirigori sulla sabbia bagnata.

BAMBINA: Che l’hai il ragazzo?
RAGAZZ(IN)A: No.
B: Strano…
R: E’ quello che dico anch’io.
B: Ti piace Dino?
R: Insomma…(distogliendo lo sguardo e disegnando più alacremente nella sabbia)
B: Ma di faccia?
R: Ah, sì sì…
B: …e ti sta simpatico?
R: Sì, tanto…
B: Allora perché non con lui?
R: … (si ferma e non disegna più, guardando interrogativa la bambina, che sorride raggiante)
B: A lui tu gli garbi.
R: Sì? Chi te l’ha detto?(dissimulando l’interesse)
B: Me l’ha detto lui.
R: …Lui? (cercando di non gridare)
B: Sì, sì: ha detto che sei bellina.

[E comunque, una ragazza di diciotto anni non chiama il suo ex-ragazzo “ex-compagno”, come Sabrina scrive il 25 agosto. Mi sembrerebbe un po’ troppo da vetero femministe di ritorno. Ma posso sbagliare.]

18 anniultima modifica: 2003-09-01T01:10:00+02:00da
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