Le stanze di Gaia

Il domestico crepuscolo di Kurt Wagner

Allora, secondo me, per questo primo lunedì di settembre di cui tutti tanto parlano, andava cucinata pasta integrale con gamberetti, pomodorini, uova, prezzemolo e tanto peperoncino; e andava ascoltato un disco come Is a woman dei Lambchop – rara infrazione alla mia quasi inflessibile regola jazz.
Ché qui è grigio, la temperatura scende e il disco è giustamente bello triste, crepuscolare, antico, domestico, tramato di melanconici accordi e con quel Kurt Wagner lì, che canta come seduto su qualche scalino di legno di una veranda, gli occhi da un’altra parte e i piedi grossi a raspare certe storie che pensava di aver dimenticato – il vento che muove indistinti ciondolanti oggetti attaccati alle finestre e l’odore di un pessimo lungo caffè che arriva da dentro. Poi scende la sera, e lui rientra, seguito da un cane che teme il buio.

Il domestico crepuscolo di Kurt Wagnerultima modifica: 2003-09-01T18:10:00+02:00da
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