Il domestico crepuscolo di Kurt Wagner

Allora, secondo me, per questo primo lunedì di settembre di cui tutti tanto parlano, andava cucinata pasta integrale con gamberetti, pomodorini, uova, prezzemolo e tanto peperoncino; e andava ascoltato un disco come Is a woman dei Lambchop – rara infrazione alla mia quasi inflessibile regola jazz.
Ché qui è grigio, la temperatura scende e il disco è giustamente bello triste, crepuscolare, antico, domestico, tramato di melanconici accordi e con quel Kurt Wagner lì, che canta come seduto su qualche scalino di legno di una veranda, gli occhi da un’altra parte e i piedi grossi a raspare certe storie che pensava di aver dimenticato – il vento che muove indistinti ciondolanti oggetti attaccati alle finestre e l’odore di un pessimo lungo caffè che arriva da dentro. Poi scende la sera, e lui rientra, seguito da un cane che teme il buio.

Il domestico crepuscolo di Kurt Wagnerultima modifica: 2003-09-01T18:10:00+02:00da capecchi
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6 pensieri su “Il domestico crepuscolo di Kurt Wagner

  1. Scusa se questo commento non c’entra con l’intervento, volevo solo segnalare che sei fra i miei blog preferiti! Ciao Daniela

  2. Piccolo problema alla posta. Ricevuto quella che ti ho mandato io? A quando pare, anche Christian Rocca si è imbattuto in Tord Gustavsen, o forse l’ha sentito a New York, e lo definisce così: “Keith Jarrett che incontra Brad Mehldau” in http://www.witt genstein.it/cr/g ustavsen.html

    Formidabile.

    Kenny Wheeler, “The Widow in the Window”, non c’era, ma arriverà. Om mane padme hum.

    Danilo Rea, a quanto pare, suonerà a Rozzano tra qualche settimana.

  3. …non solo condivido ogni singola parola -opinioni e analisi- ma ammiro il coraggio e la chiarezza (il termine giusto sarebbe stato “onestà intellettuale” , non troppo tempo fa.).

  4. Ora faccio la cattivella, te lo dico subito: ehi, gomitolo, cosa ammiri? L’onestà intellettuale di ascoltarsi i Lambchop? E che dire poi, del coraggio di cucinare pasta ai gamberetti? Non è da tutti, lo so. (Gaia)

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