Le stanze di Gaia

Leggendo Robba mi trovo d’un tratto a Pistoia

Che buffe cose ti cucina la rete. Tu capiti da un posto all’altro, giri, saltelli, occhieggi. Leggendo la tua Robba finisci sulle Pulcine Gialle che poi veicolano Fran
che un giorno scrive di Juanita. Così vai a vedere chi è questa Juanita. Ha un bel sito (non blog, proprio sito, con tante cose dentro, compreso un blog). Sfrucugli fra le sue pagine. Ti piace. Poi nelle note personali leggi: “1993 Liceo Classico Forteguerri di Pistoia”. Ma come? Forteguerri? Pistoia? Facevamo la stessa scuola? E chi è? Eppure un nome come Juanita dovresti ricordarlo. Però tu sei uscita nel 1990 e insomma, come in tutte le scuole del mondo, quelle di tre anni meno di te non sapevi nemmeno chi fossero. Sapevi (anelavi) solo a quelli tre anni sopra: questa è la verità. Scoperta la pistoiesità scolastica, sfogli compulsivamente il suo archivio. E va a finire che t’emozioni. Perché ci scopri la tua piazza del Duomo da attraversare mano nella mano di notte, con qualcuno che non puoi dire; leggi parole come “aerosolo” e “moio”, che anche la tu’ nonna avrebbe potuto dire; t’imbatti in lei che canta Garota de Ipanema e altro (pure bene, figurati); ripiombi nella Locanda di Vellano; entri nel bar Ducale che per carità di sera no ma la mattina nella pausa da scuola va benissimo; e insomma Pistoia e tutto il resto t’accarezzano la faccia e t’acchiappano, maledetti. Una bella mitragliata di passato che però è il tuo presente perché in fin dei conti è quello che sei tu. Allora le scrivi per dirglielo, per capire anche chi è, visto che la foto nella pagina iniziale non ti ricorda nessuna. Lei, molto gentile, risponde. E ti manda una foto dove la vedi proprio bene. Ora la riconosci; e ti senti un’idiota; ma un’idiota. Perché siete anche state a una cena insieme. Saranno una bella manciata d’anni fa, ma eravate tu, la Vale, lei e altre sue amiche. Ricordi che lei, lì per lì, t’irritò perché disse a te e alla Vale una frase che voleva essere un complimento e invece uscì così: “Eravate due cessi e guardatevi ora”. Peccato invece che tu non ti sentissi un cesso, al liceo, solo un po’ troppo quieta e per bene, ecco tutto. Però la serata fu bella e lei ti pare che raccontò di qualche sua sofferenza d’amore ma ora non ricordi bene, forse perché la pizza che ti portavano in quel posto era d’una grandezza così assurda da offuscare ogni cosa.
Però, dicevamo: stavi leggendo Robba e poi d’un tratto ti trovavi a Pistoia, in via di Porta al Borgo, a mangiare la pizza con Valentina e Juanita. E se queste non son cose buffe.

Leggendo Robba mi trovo d’un tratto a Pistoiaultima modifica: 2003-10-22T22:07:55+02:00da
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