Le stanze di Gaia

Una tana sporca ma calda

Chissà che succede, fuori da qui. Bologna c’è ancora oppure no? Magari si è sciolta in quest’aria nebulizzata di pioggia che non c’è ma bagna uguale. Forse le foglie gialleverdimarroniocra dell’albero di fronte sono solo un disegno sul vetro della finestra mentre intanto fuori non c’è più nulla. La vita scorre qua dentro da giorni. Succede di tutto mentre me ne resto qui – ispido arruffato animale che presidia una tana sporca ma calda. Si alternano colazioni, pranzi e cene; di musica non ce n’è moltissima. Le poche stanze si fanno teatro di apocalittici incidenti quotidiani. La cucina – il regno dei surgelati che sono comunque sgraditi se superano una preparazione che oltrepassi i quattro minuti. I panni stesi qui accanto sono asciutti credo da qualche settimana: se ne stanno lì quieti, tranquilli – rassicuranti amici dei miei pomeriggi e delle mie sere. Le cose in soccorso o disturbo, placide simpatiche nervose. E certo è un peccato, per il flacone di Eau d’Issey sfracellato a terra in minuscoli e lucenti ritagli di vetro. Però la mia stanza da bagno adesso ha un profumo che potete invitarla fuori a cena e ballare con lei tutta la notte, se volete.

Una tana sporca ma caldaultima modifica: 2003-11-16T14:09:39+01:00da
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