Le stanze di Gaia

Il sabato mattina d’ora buca

Mi piacciono questi sabato mattina di seconda ora buca. Anche se fa freddo, m’imbacucco ed esco. A leste falcate attraverso il piccolo parco e il mercato. In un attimo arrivo al Bar Centrale del paese. A fine settimana ribolle di gente e cappuccini; tutti si conoscono e alludono a quella volta o a quella persona che. Spesso lo fanno in dialetto bolognese. Ridono; rido anch’io. Ma chissà che hanno detto. Se mi sento in vena di rendere il sabato davvero speciale compro un vassoietto di qualcosa – che so, pizzette o sfrappole, come oggi, che ho assaggiato dieci minuti fa per la prima volta, in pieno deliquio. A volte arrivo all’edicola e compro “Il Foglio”; o ”La Repubblica” – ma quella davvero solo se voglio sapere che c’è in giro a Bologna, altrimenti, per mio preciso impegno etico, preferisco evitare. Poi insomma ritorno; e se c’è una mattina bella come oggi, con le nuvole a stracci buttate su e ancora il resto dell’alba rosa che s’alzava sulla città mentre uno che sembrava Harry Connick Jr cantava alla radio con big band al seguito, allora, di sicuro, sarà una giornata come dipinta.

Il sabato mattina d’ora bucaultima modifica: 2004-01-31T10:15:00+01:00da
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