Le stanze di Gaia

Psichedelico lucore notturno

Piove. E’ domenica. Sono a Bologna.
Però ci sono stati alcuni giorni di sole continuo; i primi dell’estate, sarebbe sembrato. Tanto è vero che avevo anche fatto un bucato di tutto il rosa che ho in casa. Giovedì ascoltavo Fred Buscaglione e prendevo il sole sul terrazzo; bevevo Energade al limone e non leggevo. Venerdì ascoltavo un disco registrato al Teatro Subasio di Spello e dormivo trasognata praticamente tutto il giorno; mi destavo a soprassalti e richiudevo gli occhi. Ieri stendevo magliette mutande camicie da notte e mangiavo crescentine in ora tarda, nel vento, con un enorme cane ai piedi che mi guardava dolce.
Poi stanotte è piovuto e io mi sono svegliata di colpo, ho detto ad alta voce “cazzo!” e sono corsa su, spettinata e seminuda, a togliere i panni da sotto la pioggia. Fuori c’era una notte strana e vociante, forse erano le tre, forse non so. Nel cielo c’erano ombre di psichedelico lucore e io m’affrettavo per tornare giù – l’acqua e il sudore che mi bagnavano il collo. Dopo ho bevuto un’estathe al limone tutto d’un fiato, in piedi contro il frigorifero, tirando su dalla cannuccia di plastica bianca. Sono tornata a letto e ho sognato che partivo in bicicletta e meditavo di fermarmi a vivere per qualche tempo in una specie di improbabile mucchio di bungalow prefabbricati in riva a un certo lago o fiume o boh e intorno c’erano famiglie e bambini che facevano il bagno e la cosa mi ha alla fine dato tristezza così sono venuta via, oltretutto certa che lì mi avrebbero trovata subito. Questo però accadeva solo dopo essere stata presentata a Pierluigi Diaco. E prima di scoprire di avere un padre pazzo che faceva il barbone e non aveva più i denti. Già, è stata una notte d’allucinazioni, una specie di lungo e intermittente racconto notturno senza spiegazione.

Psichedelico lucore notturnoultima modifica: 2004-06-13T12:45:00+02:00da
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