Le stanze di Gaia

Gli alberi lungo la strada

I nomi. Vorrei conoscere i nomi di tutti gli alberi che incontro quando viaggio da qui a Bazzano. Li vedo dal finestrino ogni giorno e ogni giorno mi colpisce un colore o una forma. Vorrei passare e poterli segnarli per nome, enumerarli uno a uno come si fa con le insegne dei negozi – quando si leggono e non serve, ad alta voce e meccanicamente, annoiando per certo chi ti è a fianco e trova la cosa sciocca. (Mentre invece la bellissima inutilità di dare forma vocale al circostante). Però io ne ignoro i nomi. Riconosco solo i loro multiformi profili, le linee snelle o rotonde, le chiome maestose o i tronchi stretti. Riempiono gli occhi le più incredibili sfumature del verde, del giallo, del marrone, mischiate insieme, una sull’altra, confuse ma in modo da suggerire non il caos, piuttosto una serena quieta armonia del frastagliato. Ne seguo la mattina presto la fermezza; a volte stagliati con contorni decisi contro il cielo turchese oppure striati sotto una nebbia umida e spiacevole, ma bella. Mi piacciono tutti in fila quando ritorno, il rossetto sbiadito dell’una e mezzo riflesso nello specchietto, la strada giù dritta e loro sempre lì, quieti, immobili di luce e lucida vecchiezza, alcuni alti, altri più alti, altri più alti ancora. Vicini che quasi li tocchi ma anche lontani, impenetrabili e vagamente irreali nelle loro foglie fitte, mute. Sono nubi di quaggiù, ma più sicure, piene, accessibili. Io insomma li guardo, me ne avvolgo e ne ignoro i nomi. E la cosa mi inquieta. Perché m’appare infatti, d’un tratto e chiaramente, come una terribile forma di oltraggio a disturbate divinità, scese giù apposta per me. I nomi. Conoscerli; e regalarglieli, in voto, quando passo.

Gli alberi lungo la stradaultima modifica: 2004-11-19T17:50:00+01:00da
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