Le stanze di Gaia

Fuochi d’artificio


Io con i fuochi d’artificio sono come una bambina. Appena sento qualche colpo, comincio a correre per tutta la casa gridando “i fuochi, i fuochi, i fuochi!” e sbirciando pezzi di cielo alla ricerca delle fiammelle. Domenica sera credo di aver svegliato io la Nina , per questa incapacità di contenermi. Ma erano così belli lassù oltre le vie del centro, sopra i tetti, verso lo stadio. E adesso mi sorprendono qui. Sento un colpo, bum, mi volto e sono fuori dalla finestra, di là dalla stazione, prendibili. Chissà dove festeggiano, chissà perché festeggiano. Chissà chi c’è là sotto a guardarli. E chissà in quanti siamo, affacciati a qualche finestra o sospesi sui terrazzi della notte, a guardarli e aspettare i prossimi. Belli questi che sono tanti puntini bianchi e poi diventano minuscole girandole che si sovrappongono e infine si sciolgono. Ma chi li lancia lassù, i fuochi? E io li guardo e sono tutta una “beeeeeeeeello” e resto a bocca aperta e m’incanto davanti a quelli enormi che cadono giù come fontane e poi quelli che esplodono uno dopo l’altro, uno dentro l’altro, colorati, che non so se m’affascina di più la luce o il rumore che fanno. Quel loro rimbombo sordo e lontano; ma definito. Io davanti ai fuochi d’artificio potrei passarci ore. Allora devo segnarmelo, questo diciassette di settembre. Devo ricordarmi l’anno prossimo di stare ancora qui dove sto adesso: sulla sedia girevole, a scrivere, la finestra aperta alla mia destra.

Fuochi d’artificioultima modifica: 2007-09-17T23:46:30+02:00da
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