Le stanze di Gaia

Irragionevole

Oggi quasi perdo un occhio. La lente a contatto mi si era accartocciata così tanto che sfregava sulla pupilla e alle lacrime di rabbia e sgomento si aggiungevano pure quelle.
Son cose che non si fanno, eh, lo so. Alzare la voce, sbattere porte, picchiare forte i tacchi sul pavimento liscio e poi uscire livida, nell’aria fresca, bella, lucida del mattino. Respirare forte e appoggiarsi a un muretto e stare lì, incredula.
Sono un’adulta irragionevole, sono un essere umano inadempiente. Mi si dice che io abbia delle fobie – incredibile. Per gli atti burocratici – ma pensa.
Ma il fatto è.
Che.
Odio chi ruba l’aria al prossimo infettandola di inutilità; di sguardi ottusi; di parole evitabili.
Odio chi non sa guardarti.
Odio la grettezza interiore ed esteriore, così come, pure, la bieca rigidità delle forme.
Odio la superficialità cattiva, non quella leggera e buffa, non il trasvolare sulle cose, ché quello invece lo amo; no, odio il trapassare le facce e le parole e la sostanza degli altri così, senza accorgersi di nulla.
Odio chi non vede attraverso i propri occhi bovini e acquosi, fissandoti come inebetito per quello strappo di vita che improvvisamente gli si solleva davanti.
Che poi non è neppure vero che odio, le cose così. Piuttosto ne resto stupidamente ferita. Piuttosto permetto che mi tocchino, che mi facciano stare male.
Mentre dovrei.
Sputarci sopra.
E ridere ridere ridere.

Irragionevoleultima modifica: 2008-02-14T19:20:40+01:00da
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