A me piacciono i cieli così, mi fa bene guardar fuori mentre sto qui a scrivere la grammatica e frullare tutto insieme, di questi estenuanti meravigliosi mesi passati: le facce buffe della Nina, il bozzolo buono dei ragazzini, tutta la musica che ho ascoltato, i pochi film che ho visto, le lettere che ho scritto, qualche treno che ho preso, i milioni di babybel che ho mangiato, le voci che ho sentito e gli occhi in cui sono caduta, e i sì no prof anch’io mamma sono qui la amo buongiorno buonanotte grazie scusa ci sentiamo poi un altro pinguì.
I cieli così son strani, perché mi fanno tirar delle somme. Che a volte mi piacciono. Perché mi consentono di contare chi va e chi resta. E di sentirmi al sicuro. E di non sentirmi troppo sola. Almeno finché su in alto resta tutto quell’ingombro, quel bianco spesso e affatto opaco.