Le stanze di Gaia

Stufa

C’è che poi uno si stufa. Della merda e del sentirsi tale. Succede all’improvviso, dopo una notte in cui t’addormenti tardi e ti giri e ti rigiri. L’estathe sul comodino. La Nina che piange ma poi chiude di nuovo gli occhi, serena. Dai, dai e dai, ti stufi. Ti svegli verso le dieci e fai colazione con La bella e la bestia. Poi ti dici: sai cosa? Magari metto su Dean Martin. Infatti, attacca quel Dean Martin lì. E chi se ne frega, oh, della merda. C’è, esiste, sempre ci sarà. Ma ne sei stufa marcia. Allora pensi a ottobre, quando verrà Nico. Pensi alla Nina che fa le facce tristi apposta e poi ride. Pensi alla Cri che ti dice: “Ma lo sai che a Monterey apriranno un’altra sede di Middlebury e chissà forse magari ci andremo?” (Monterey, accidenti, solo immaginare di poterci passare del tempo in un’estate qualunque). Pensi che a novembre forse scioglierai le tue riserve su Herbie Hancock e tornerai dopo anni a sentire un concerto. Pensi che avrai molti alunni nuovi che diventeranno importanti e ti faranno rivoltare le budella di rabbia o di commozione. Pensi pensieri sparsi. Di tutto, di nulla. Sei pure riuscita a finire la verifica di grammatica. Hai una vita (la stessa vita che è una merda, certo) piena di luoghi e persone e musiche e cibi e momenti che ti mancano. E son certo tristi coloro che non provano mancanze struggenti né bisogni né paure. Sicché. Eccomi qua, vita. Fammi quello che vuoi. Io son pronta, fragile zuccherosa pastafrolla e insieme infrangibile pilastro d’acciaio. Come sempre.

 

(Dean Martin, True love. Canzone per pastafrolle d’acciaio)

 

Stufaultima modifica: 2008-09-07T14:05:06+02:00da
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