Le stanze di Gaia

E ti ricordi, amica mia

E ti ricordi, amica mia, che freddo faceva quella sera a Trastevere quando ci s’infilava svelte in piccole librerie dopo cena e com’era tenero il tassista che ci parlava di Leopardi e del Sabato del villaggio?
Ti ricordi la pioggia della domenica e la pienezza bella del negozio con gli addobbi di Natale dove ci siamo prese dei regali anche per noi perché così era giusto?
E il sacchetto di caldarroste te lo ricordi? Pippo preso per la Nina, la camera stretta e caldissima dell’albergo che un po’ ci pareva d’essere in gita scolastica, col pigiama nuovo e le ciabattine per bene e le salviette struccanti appoggiate nel bagno.
Le macchine nel buio tutte in fila lungo il fiume e i fari bianchi e rossi sotto gli alberi e noi là dietro vicine, zitte, ad assorbire dicembre più a fondo possibile.
Ma sì, te lo ricordi vero quanto tutto era sospeso e memorabile nella semplicità aspra del non capiteranno mai più due giorni così?
E le foto di noi due fatte col braccio allungato e i vestiti belli oppure gli occhi stropicciati di sonno te le ricordi di certo, perché stanno sempre qui, di fronte.

E ti ricordi, amica miaultima modifica: 2008-12-06T21:53:31+01:00da
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