Le stanze di Gaia

Omini

Omini a Termini che si tiravano mazzi di fiori gialli in testa e si scambiavano regali. Si muovevano buffi su tutti gli schermi. Intorno. Ovunque ti giravi. Sorridevano. Avevano teste tonde, gambe secche e a volte i capelli a molla. Ma anche come spaghi. A me piacevano questi omini di Roma. Mi facevano compagnia. Mi guardavano, stavano lì, non se ne andavano mai. Neppure, per dire, quando partivano le metropolitane o i treni. Non c’era da rincorrerli e non trovarli più, giù per le scale mobili dopo che si era detto l’ultimo oh. Li hanno visti tutti quegli omini di Roma ma io son sicura che eran lì solo per me; e mi facevano le facce tenere apposta.
Qualcuno poi aveva il corpo e il cuore esattamente uguale al mio: disegnato a matita.

Ominiultima modifica: 2009-01-06T00:38:00+01:00da
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