Le stanze di Gaia

Allora basta

L’umore è tetro. E non riesco, davvero, a scrollarmi di dosso questo senso di rabbia e delusione feroce. Io son scema, e questo può anche andar bene. Ma una scema dovrebbe almeno lasciarsi scivolare le cose un po’ più addosso. Invece no. Io non sono una capace di non aspettarsi niente dagli altri. Non ho neppure il fisico, attrezzato all’indifferenza. Io dagli altri mi aspetto molto: e credo che questo sia una forma di rispetto, per il prossimo, non un modo esigente di rapportarsi a chi mi circonda. Chi mi circonda merita che io chieda e voglia e mi aspetti. Però sbaglio. Ogni volta. Ogni volta mi si fodera il cuore di uno strato vischioso di delusione in più. Devo smetterla di pensare che esistono molte persone buone, degne, attente. Devo smetterla di regalarmi così, sorrisi, gonne, capelli, pensieri sciolti agli altri. Quando gli altri se ne fregano. E anzi va pure bene se ti sorridono distratti o rispondono buongiorno al tuo buongiorno. Sono stufa di persone che scivolano lungo i muri della vita, che sguisciano via, che ti si sfilano di tra le mani inconsistenti. Sono stufa. Almeno riuscissi a non sentirmi ferita. Allora basta, fine, chiuso. Voglio fuggire dalla massa decerebrata, dal pattume morale, dal limbo offensivo della non scelta. Voglio chiudermi per una vita intera dentro la mia classe, con i miei ragazzi e le persone che davvero mi vogliono bene. E stare lì, al sicuro, piena di scrittura, parola, risate, amore e insegnamenti dolorosi se servono. Voglio purezza, candore e passione. Interesse alle cose, attenzione ai sentimenti, ricerca di verità; una verità semplice, piccola, onesta. Come quella di un bambino.
Tutto il resto, affanculo.

Allora bastaultima modifica: 2009-02-26T17:02:48+01:00da
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