Le stanze di Gaia

Sopra tutto

Forse questa sciocca musica è perché va un po’ sopra tutto. Sopra il dolore, la mancanza, le lacrime versate per aver sentito una vecchia canzone per bambini eppure molto triste. Sopra gli errori e le incomprensioni. Sopra la sensazione netta di vivere a volte in una storia di Miyazaki. Sopra il fatto che qualcuno s’era sbagliato (o era solo un cretino) e pensava di ascoltare Coltrane o Parker e invece toh, ero io e non sapevo suonare ma dio se il sangue mi pulsava forte nelle tempie: tu da quanto non lo senti pulsare così, il sangue, idiota? E’ una canzone che va sopra il filmino della gita e anche sopra le rose che a maggio spuntano sul mio terrazzo. Un ritmo facile che metti e balli. Serve così, per ricordarsi che si può improvvisare una giravolta o più nell’ufficio delle Poste centrali – guarda che so fare, mamma, guarda che so fare! Entrare in pasticceria e spezzare un muffin al cioccolato con le mani, sedute una di fronte all’altra, come due signorine all’ora del the, con quasi trentacinque anni di differenza nel mezzo. Sicché la metto e, pure sentendo che non è esattamente mia, mi ci riconosco un po’. Per adesso mi basta. Mi fa sorridere, mi fa battere le mani, mi ricorda compleanni in arrivo. E io i compleanni li festeggio sempre, soprattutto i miei.

 



 

(Jamie Lidell, Another day, in Jim. Una sciocca musica che va sopra tutto)

Sopra tuttoultima modifica: 2009-05-26T23:22:00+02:00da
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