Le stanze di Gaia

Indecifrabile

Quelle giornate che vorresti un autunno inoltrato, per chiuderti in casa e accendere il forno. Cucinare una barozzi al cioccolato, disegnare zucche arancioni e poi la sera stare sul divano sotto una coperta di pile, mentre intanto tutto intorno quell’odore di cucina calda, di cose buone, di sfinente fanciullezza. Invece è primavera. Umida e grigia, ma primavera. Sul terrazzo ho fiori viola, rosa, bianchi, rossi. La Nina è qui che fa le bolle di sapone ed è tutta un saltello. Io ho l’umore come il cielo qua fuori: indecifrabile. Vorrei guardare Glee tutto il giorno, per stordirmi di canzoni e armadietti nei corridoi. Oppure anche ascoltare di continuo Paolo Conte, mentre guido in macchina. E certo Paolo Conte non è roba da primavere. Sarebbe bello se fossero ancora quei mesi in cui ci sono gli alunni da conoscere per bene, lunghe settimane di scuola che si apparecchiano davanti, duemila pagine del registro ancora da firmare. Invece macché. I giorni mi sgocciolano via dalle mani e mi par di soffocare da quanto tutto scorre: una palla di vetro che rotola rapinosa verso la fine, con me dentro. Di solito aspetto il mese di maggio con ansia e molto amore. Quest’anno mah. Quest’anno boh. Quest’anno non so. Vorrei fare come si faceva con le cassette quando il nastro era uscito: infilarci una matita dentro e arrotolare indietro.

Indecifrabileultima modifica: 2011-04-30T18:52:19+02:00da
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