Le stanze di Gaia

La massa (poco) uniforme dei ragazzini

Dalla mia amica Momi trovo un link a un articolo di Marco Lodoli sulla "Repubblica". Ecco, mi sono irritata. Parecchio. La ragazzina che parla al professore di "massa informe" innanzitutto, è evidente, non fa parte della massa informe e poi, in ogni caso, è UNA. Non esprime un tutto generalizzato. I ragazzi non sono tutti come li descrive Lodoli, neanche nelle zone disagiate. Ci sono anche le ragazzette cui non frega un benemerito cazzo del pantalone a vita bassa. Ci sono quelle per cui le veline non sono un punto d'arrivo e quelli che non hanno per idolo un calciatore. Esistono ragazzini che sognano, eccome. C'è quella che vuole fare il veterinario e quello che ama scrivere. C'è quella che s'innamora di Pirandello e quello che vorrebbe disegnare fumetti. Così, giusto per dire. Il panorama di massa beota e uniforme cui fa riferimento Lodoli esiste, certo, ma non è l'universalità dei giovani – né la nostra. La paginetta è solo un trito e ritrito masticamento dello stravecchio "Ah, i giovani d'oggi non hanno valori! Ah, i bei tempi andati in cui si credeva, si costruiva, si sperava!". Vomito. Rabbia. Sorda repulsa per quelli che mentre osservano i giovani scuotono la testa desolatamente a destra e sinistra. E ancora, di nuovo, la solita pappardella sulla televisione – mostro fagocitatore di pensieri. Ma basta. Non è mica tutto così. I ragazzini sono solo più distratti e (parecchio) meno rispettosi nei nostri confronti: questo sì che è vero. Ma nulla è cambiato sotto il sole: sono solo ragazzini, che cresceranno male o bene, proprio come siamo cresciuti noi, che non siamo finiti tutti a scrivere l'articoletto sul giornale o a "migliorare il mondo in cui vive" (cit.). Retorica e moralismo bieco, nient'altro, ho letto fra quelle righe. E mi sono anche ricordata perché evito di leggere la "Repubblica".

La massa (poco) uniforme dei ragazziniultima modifica: 2004-10-18T16:00:19+02:00da
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