Inoltre questa casa è una casa con un terrazzo smisurato dove tira sempre vento. Ti affacci e vedi la strada e le vie e gli alberi grossi della Montagnola; poi le colline più in fondo e laggiù San Luca. Di notte i lampioni fanno una luce buona, comprensibile, quieta, che piace e consola. Dietro, i barboni dormono sulle panchine della stazione: qualcuno dentro un sacco a pelo, ma tutti coprendosi il viso perché le luci del binario gli si gettano rapaci dritte negli occhi. Quando la pensione è completa, sono in quattro, e non si parlano mai fra loro: stesi sul marmo bianco stanno a braccia conserte; e forse dormono. A sera inoltrata, con una vecchia felpa scucita stretta addosso, si sta seduti sulle sedie squadrate di legno, là fuori, nel buio, due candele accese. E’ freddo; e se accendi lo stereo su Miles Davis o Bill Evans, bevendo cocacola ghiacciata e guardando sigarette illuminarsi e spengersi, t’accorgi che nulla come il concetto di andare in vacanza da qualche parte è più superfluo di così.
La nuova casa è grande e spesso si scopre qualcosa che non va come dovrebbe. I lampadari non ci sono ancora ma il divano rosso sì. E anche tante fotografie tutte sparse in giro.
La nuova casa
La nuova casaultima modifica: 2005-08-30T17:50:00+02:00da
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