Le stanze di Gaia

Sotto il tappeto


Nel pomeriggio un ragazzo dai riccioli castani chiari scompaginava per noi una corona di foglie. Le bimbe allungavano le mani e stringevano in una mano il prezioso cimelio, nell’altra il gelato.
Poco dopo, la tempesta. Bene o male a me piacciono, questi cieli. E’ vero, portano un po’ d’angoscia e di rimbombo; però che vita. La sollevano, proprio. Non permettono, cieli così, che rimanga nulla sotto il tappeto. Non permettono alla polvere di sedimentare. Fanno saltare per aria immobilità e paure e tetti di case. Non mi piacciono i rimasugli sotto il divano, anche se ci sono. E allora temporali e acquate così non fanno che bene: spazzano tutto; anzi, lo rimettono in circolo. Meglio una tempesta rabbiosa che un sole certo ma crudele, ad arroventare solitudini. A dire che siamo troppo bianchi e poco protetti. Invece il buio cupo delle sei. Che magnifico compagno preserale.

[Noto adesso che qui a destra in alto c’è una coccardina che dice “blog del giorno”. Clicco e finisco in una pagina dove in effetti si dice che sono fra i blog del giorno. Bene. Ma il punto è: l’orribile immagine di quella bazzuta vagamente somigliante a una che odio e con quel tristissimo maglione verde dovrei essere io? No, perchè avrei qualche problema di riconoscimento. Non ho nè quella specie di permanente attaccata alla testa, nè quell’occhio assopito. Ma chi l’ha scelta? Ecco, io no. Tanto per essere chiari]

Sotto il tappetoultima modifica: 2007-07-05T00:20:00+02:00da
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