Le stanze di Gaia

Così è (se vi pare)


Ho deciso che porterò le nuove belve, che giovedì finalmente vedrò, a teatro. Una domenica pomeriggio d’inverno. Così è (se vi pare). Lo pregusto già.
Il fatto è che Pirandello è da molto molto tempo uno dei preferiti. La faccenda dell’identità mi ha sempre affascinato come poche altre cose. Tutto quel sovrapporsi di ruoli e maschere. Tutto quel sentirsi soli perché, certo, soli lo si è; e sempre. Senza neppure il conforto di noi stessi, dal momento che non sappiamo nemmeno chi siamo. I suoi romanzi me li sono letti tutti, uno dietro l’altro, e ad ogni pagina ridevo o mi veniva da piangere o deglutivo per l’angoscia e lo sconcerto. Lo sdoppiamento, l’immillarsi in rifrazioni di se stessi, l’assenza di una verità definitiva non possono lasciare certo indifferenti.
E siccome io voglio che le belve si buttino fin da subito nell’orribile meraviglia di Pirandello – della vita – ecco che ci metteremo il cappotto e andremo. Qualcuno comprenderà, qualcuno no. Ma non importa.
“Per me, nessuna. Per me, io sono colei che mi si crede”. Sipario. Applausi. Bambini attoniti, qualcuno (io) commosso. Una serata che resterà scolpita negli occhi e, forse, in qualche piega dell’incomprensibilità che ciascuno di noi deve serbare come preziosa. Perché non tutto si deve capire. Il valore di ciò che non si spiega, spesso, supera di gran lunga tutto ciò che è chiaro, dispiegato, limpido.

Così è (se vi pare)ultima modifica: 2007-09-09T15:24:26+02:00da
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