Le stanze di Gaia

Compulsive

Ho un’amica. Con cui condivido più o meno tutto. Che c’è. Che esiste. Che non scompare. Se le scrivo, risponde. Se le telefono e non la trovo, richiama. Se scrivo un post, per dire, commenta. Io faccio lo stesso con lei. Io m’inquieto se mando un messaggio e non mi si risponde nel giro di un’ora. No, non è vero, nel giro di dieci minuti. Magari anche cinque. Io ci resto malissimo se scrivo e la mia lettera cade nel vuoto. Se telefono e mah chissà forse non ha sentito ma richiamerà richiama davvero e quando? Mi mortifico, penso di avere disturbato, penso che ho sbagliato a scrivere chiamare farmi viva. Mi faccio le domande più folli sulle sparizioni. E non mi do pace. Io son così, lei è così. Non a caso abbiamo scelto di avere 4000 sms gratis al mese con il nostro nuovo telefono. Siamo compulsive, ci dicono. Siamo malate, pare. Gli altri non sono come voi, belano i saggi. Ma lei sì; io sì. Sicché. Queste parole son per lei e anche questa musica è per lei, ché l’abbiamo ascoltata insieme in una sera freddissima e umida sotto il cielo di Perugia. Grazie di spartire con me la stessa terribile malattia che la gente non capisce. Grazie di esserci, sempre. Sullo stesso caravan. Da lì sopra non solo si vedono bene le stelle sopra di noi, ma il cellulare che s’illumina ha una luce vivida e bellissima. Imperdibile.

 

(Cassandra Wilson, Caravan, in Loverly. Musica per i malati compulsivi)

Compulsiveultima modifica: 2008-07-21T11:54:27+02:00da
Reposta per primo quest’articolo