Le stanze di Gaia

Strade laterali

Prendo strade laterali e cammino. Il solito clima estivo di questo autunno. Non importa che stia per piovere: siamo comunque fermi a una qualche imprecisata estate e non c’è verso di spostarsi di lì. L’oggettino infila una dietro l’altra tre canzoni di quelle che beh, sì, grazie, c’è un senso alle cose: Scalza di Nada, Best days dei Blur e soprattutto Somewhere cantata da Tom Squarciamilpetto Waits. Sicché improvvisamente tutto diventa denso. Lo era già, ma così di più. E Bologna per queste vie laterali potrebbe essere un qualunque posto del mondo, un qualunque momento. E’ una città che non conosci, che ti è estranea e per questo ti appartiene: nel suo essere qualcosa che tu hai ma per metà, come tutto ciò che si ama di più. Passi davanti al pakistano che pulisce la vetrina del suo negozio di alimentari, superi la galleria d’arte con il quadro di Dart Fener, incroci lo sguardo dell’avvocato (forse è un avvocato) in maniche di camicia e cravatta, a fumare da solo sotto un portico identico a milioni di altri. Questo è tutto. Perché in quelle strade laterali passano in pochi. Io mentre ci passo penso che un anno fa annaspavo in mezzo a uno dei periodi più brutti della mia vita. Ma ora son qui. A guardare in su e sbucare all’improvviso in mezzo alla folla. Portata via da ragazzini coi capelli rasta, striscioni scritti male e megafoni che urlano lontani. Nell’estate lunghissima di questo autunno.


(Tom Waits, Somewhere. Canzone che dà senso alle cose)

Strade lateraliultima modifica: 2009-10-09T17:40:00+02:00da
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