Quanto manca al diluvio?

Piove. Non fa altro che piovere. Piove, piove e piove. E piove anche quando non piove; perché in una giornata di sole brillante che lucida i prati e li rende vivi, finisce poi che piove. Anche solo cinque minuti, ma piove. Come se la pioggia fosse la vera essenza di questo posto. Piove, sgocciola, scivola tutto; sbriciola ogni cosa quest’acqua che scorre e picchia e devasta. Un mondo disfatto. Tetti in rovina, strade smembrate, alberi divelti. Piove ovunque e comunque. Ma non piove in modo normale come in un normale posto normale dove tutto è normale. No. Qui piove in modo furente e insensato, piove come in America, piove a rovesciare i pensieri e quello in cui credi e la bellezza – quando c’è, e c’è – di questo posto. Ti svegli di notte e piove. Lampi tuoni fulmini e vento e acqua che scroscia. Forte. Sempre. E piove. Adesso, per esempio, piove. E stanotte, anche, pioveva. La mattina, al risveglio, lo senti ancora prima di aprire gli occhi, certo: piove.  L’ombrello puoi buttarlo, è inutile. Quando piove non serve proprio un bel nulla: devi solo stare in casa, guardare fuori e aspettare. Mentre un nero pece si allarga ovunque intorno sopra e sotto. Non è che sia proprio un brutto posto, questo.  Voglio dire: a volte lo è, senza dubbio. Ma a volte è anche bello, tutto esploso di sole e luminosi verdi uno dietro l’altro come tante pietre di una lunga collana smeraldina. Quando piove, però, l’effetto che questo luogo di solito dà – un avamposto del nulla – viene amplificato. Dove sono? A che punto fra me e la fine del mondo si trovano questa strada e questa casa bianca? Quanto manca al diluvio universale? Ci sono già dentro? O farò in tempo a salvarmi? E così tutto passa. Quest’acqua non è mica di quella buona, che purifica; ma travalica rovinosa ogni memoria, divide e allontana. Slabbra le fotografie attaccate al muro e le facce, i capelli, i vestiti diventano come quel Munch del 1896 che hai visto da poco: Løsrivelse, si chiama. Ossia: Separazione. E tutta quest’acqua è insomma una lunga mano del tempo, sta lì a ricordarti che nulla si ferma: siamo solo ridicoli frammenti qua sotto. Volevi tu, o stupido sputo terrestre, fermarti, restare, aggrapparti a quelle radici? Via, su, non scherziamo: io quelle radici le ho già sradicate. Ti conviene anzi staccarti, se no trascino via anche te. In mezzo a tutto questo piovere ti capita così di lanciare delle scialuppe: alcune pigliano l’onda e salpano. Altre invece macché: dopo una falsa partenza s’inabissano e giù giù giù. A capofitto negli abissi, dimentiche di tutto. Qualcosa non sprofonda, almeno, in questo dilagare: un verso sull’america (minuscolo), due righe di Mario Soldati sulla lontananza, una telefonata oltreoceanica o un giro in macchina fra pioggia e pioggia, mentre Otis Redding canta di una baia che sogniamo ogni singolo giorno. O Sam Cooke allunga la voce al ritmo delle ruote che curvano lungo strade di verde e di bianco e di fiori e di scritte antiche sui fienili. Qualche scialuppa resiste, sì: lei e la bicicletta, lei e i suoi libri, lei e quel modo che abbiamo di capirci, lei e basta – la parte migliore di me e di tutto. Resiste il pensiero di un ristorante sul mare dove giocava a ping-pong Bruno Cortona; il lago del Clark Institute a Williamstown con i piedi da mettere nell’acqua (quell’acqua sì, va bene); una notte all’osservatorio; certi momenti di sgomento tutto americano (la grandezza, la piccolezza, lo squallore, la muscolarità) che danno comunque la misura della vita in atto, mentre accade e te ne accorgi; molti abbracci in classe; gli amici veri che ci sono sempre e non temono nulla di loro e di te; le lacrime per Guccini (oh, tu, bellissima alunna bionda, quanto ti capisco e mi riconosco quando mi spalanchi addosso i tuoi occhi e silenziosa t’asciughi il pianto). Insomma, in queste tempeste insistite d’acqua e di vento, quando tutto è pronto a diventare flagello, quando tutto è assoluto e incomprensibile, poi appare un coniglio fuori di casa. E questo è più o meno tutto.

Quanto manca al diluvio?ultima modifica: 2023-08-09T01:11:30+02:00da capecchi
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