La ragazza coi capelli di topo e David Bowie

Il cielo sta di certo per cadere giù. C’è una luce da fine del mondo. Nubi stranissime viaggiano dietro gli alberi neri della Montagnola. Li vedo, da qui, si muovono in un vento caldo, fortissimo. Si muovono sotto strisce di un bianco abbacinante. Il tempo è impazzito; là fuori sono dodici, sedici, trenta gradi. È un gennaio capovolto, insensato, quello … Continua a leggere

Brad Mehldau e l’amore che esiste

Stamani quando ho aperto gli occhi un unico chiodo mi trapanava il cervello: Brad. Questo, evidentemente, significa solo una cosa: che l’amore esiste. Ha tempi e sviluppi incomprensibili ma esiste; c’è. Vive in uno spazio non sempre visibile fra la coda bionda di Thom Yorke e la fila I, a destra, del Teatro Comunale di Bologna; ma esiste. Fuori, la … Continua a leggere

Kamasi Washington dentro le pareti rosse

Volevo che Kamasi Washington m’incendiasse la seggiola ma al Locomotiv non c’erano seggiole e dunque si stava tutti ritti in piedi dentro pareti rosse e soffitto scuro, a dondolare le teste e calpestare bene il pavimento, vicini. L’incendio comunque c’è stato lo stesso. Normale per uno che suona il sax come entrando sul ring: infilandosi prima in bocca un paradenti. … Continua a leggere

Tranne Parigi

Molte cose mi hanno lasciato questi due giorni a Parigi; molte tranne Parigi. Gli squarci d’arancio nel cielo durante la corsa in taxi da Charles De Gaulle, con la pancia stretta in una morsa per la paura di non fare in tempo, di non trovare il biglietto, di perdermi. Poi l’arrivo a Bercy, un luogo che potrebbe essere ovunque: umido, … Continua a leggere

Wake from your sleep

  C’è un vento leggero, la luna pende a tre quarti sopra le nostre teste e un alieno è appena calato sulla polvere secca del Parco Nord. L’alieno si chiama Thom Yorke, indossa un gilet nero e porta una coda di cavallo. È bellissimo; ipnotico nel suo incedere dinoccolato da pazzo. La musica attacca martellante, i cerchi concentrici di Lotus … Continua a leggere

Purple rain, purple rain

  Quando è entrato sul palco io non me ne sono accorta e son rimasta lì per i primi pezzi a chiedermi che stesse succedendo. Il palazzetto era tutto illuminato, il palco era nell’ombra e là sopra un omino piccino con gli occhiali neri e un gruppo compatto hanno iniziato a suonare. Eravamo alle prove, a una jam, a un … Continua a leggere

Torna il prodigio: Nelson di Paolo Conte

    Il nuovo disco di Paolo Conte è un vecchio disco di Paolo Conte. E ascoltandolo ti viene da piangere, da ridere, immalinconirti, innamorarti e ballare stretta dentro lucide scarpe stringate; come facevi una volta quando la vita pareva montata insieme con pezzi balordi di musical e vecchi film col rallentì. È così tanto un meraviglioso vecchio disco suo … Continua a leggere

Caetaninho

  Il tramonto sopra l’Osmannoro è rosa e luminoso. Pare un altro posto, un altro sfondo mentre si va in macchina a sentire Veloso e si prova a dire ma guarda che bella la periferia, queste file di pini e tutto muto intorno e le sparute persone sedute alle fermate che spalancano gli occhi quando accostiamo la macchina. Piegata a … Continua a leggere

Paolo Fresu, uno di casa

  Paolo Fresu per me è casa e quotidianità. E’ tutto ciò che riguarda il buono e l’intimo. Sarà perché una volta degli alunni di terza media mi prepararono la festa di compleanno con i dolci e un pacchetto: dentro c’era Mamut, di Fresu. Oppure sarà per quella irripetibile volta che lui decise di prendere per sé un teatro e … Continua a leggere