Quei due lì

Poi quando si vedono loro due che se ne stanno soli e tristi a pensarsi ma non si cercano non si chiamano non si vanno a stanare e intanto fuori c’è il Natale e New York bellissima però crudele, ti verrebbe da dire: oh, allora, che diamine! Alza il telefono! Suona alla porta! Aspettalo sotto casa! Proprio vorresti entrare nello schermo e dire una cosa qualunque, trascinando lei per i capelli e lui per un orecchio. Farli incontrare a Central Park, nel tardo pomeriggio traslucido di dicembre, con la gente che si porta in giro abeti da decorare e fiati fumosi. Oppure davanti alle vetrate del Metropolitan. Ma invece no, non dici nulla. Non puoi, per forza. Così te ne stai lì a struggerti, ascoltare Gerswhin, arrotolarti dentro una coperta se ce l’hai. Guardare questi due idioti. Guardarli bene e osservarli e ripeterti dentro la testa tutte le loro battute, ché ormai le conosci a memoria e sapresti riconoscere persino la piega del labbro di lui quando la prende in giro facendo voci buffe o la voce rotta di lei che piange e spezzetta: “Fra poco avrò quarant’anni”. E la musica intanto va e dice le stelle stanno lassù ma non per me mentre gli sguardi di quei due lì son sempre più perduti; mentre la città sprofonda nel capodanno; mentre lui poi piglia, esce di casa e corre corre corre attraverso tutti i marciapiedi e lungo tutte le vetrine e tutte le stupide feste con i lustrini, poi arriva da lei, dice quello che deve dire, lei lo guarda piangendo e dice a lui: “Ecco, sei il solito imbroglione. Dici cose del genere e mi spieghi poi come faccio a odiarti, io?”

http://capecchi.myblog.it/media/00/01/b51e3c7149ff027ab6cf6fb6f38a0d1f.mp3

(Harry Connick Jr., But not for me, in When Harry met Sally soundtrack. Canzone per quei due lì)

Quei due lìultima modifica: 2008-03-18T18:47:39+01:00da capecchi
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Un pensiero su “Quei due lì

  1. Tutto questo e il tema di “It has to be you”, mentre lui corre corre e corre verso la festa di capodanno dove è lei, verso di lei. Almeno al cinema, almeno nella finzione artistica deve succedere. Come sostiene il caro vecchio Dawson, personaggio che sento quasi fatto di carne io: “La vita reale è interessante, ma non quanto la narrativa ben concepita”. Chi ha una vita all’altezza della narrativa ben concepita, se la tenga stretta e la viva fino in fondo. Assolutamente.

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