Quando dormo taglia bene l’aquilone

Dopo la tre-giorni maremmana di sole, festeggiamenti, cibo; e dopo il viaggio di stamani Talamone – Pistoia dietro i carretti più irritanti; e dopo il pranzo a Pistoia e la ricerca di me medesima nelle graduatorie e il viaggio Pistoia – Bologna schiacciati fra i camion e anche dopo l’interminabile sosta all’ipermercato Carrefour per rifornirsi di salamini, formaggi, pirofile e piante da far morire in terrazzo; poi dopo il rientro a casa per mettere in frigo quel che bisognava nonché annaffiare i gerani agonizzanti; dopo l’acquisto del gelato in confezione da 14 euro alla gelateria delle Moline, sebbene chiusa al pubblico; e anche dopo la cena da quelli di Francia dove mangiare pesce e parlare un ignobile francese e meditare sull’assoluta inconsistenza del povero “Skiantos” in maglietta verde fantasia. Insomma dopo tutto questo, una, dovrebbe avere sonno, mettere giù la testolina e dormire. Invece. Non so cosa mi tiene sveglia, a rigirarmi nel letto dalle lenzuola gialle. Saranno forse le voci di quei tre o quattro nuovi aggradevoli inquilini del palazzo di fronte, che all’una e trenta di notte cantano a squarciagola, a finestra spalancata e in successione: Ufo robot, Perdere l’amore di Ranieri, Giudizi universali di Bersani e Paradise city dei Guns n’ roses? Potrà, forse, per caso, essere quello? Non so. Di certo, solo perché involontari portatori di qualche poesia, non li ho mandati pittorescamente a fare in culo, da finestra aperta a finestra aperta: ma “Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo taglia bene l’aquilone” valeva ben un perdono notturno.

Quando dormo taglia bene l’aquiloneultima modifica: 2003-07-09T01:39:22+02:00da capecchi
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