Note perugine / 1. Funky made in Vicchio

Ma pensa te. Col caldo delle tre di pomeriggio, ci avviamo ai Giardini Carducci, per svaccarci sulla classica panchina all’ombra, impossibile da trovare. Magari una birra fresca da bere – che fra l’altro mi piace anche poco. E poi vedere chi c’è a suonare sul palco. Fin da lontano si sente un bel baccano. Infatti svoltiamo l’angolo e ci spettinano i Funk Off, ossia tre trombe, tre sax baritoni, due soprani, due alti, due tenori, un sousaphone, poi rullante, cassa, piatti e percussioni leggere. Non per irritare Emmebi, ma qui la gente era in piedi sulle sedie – e si divertiva parecchio. Ma niente a che vedere coi locali fighetti in cui a un certo punto si sale sul tavolo e si balla. Quell’accozzaglia di fiati e percussioni faceva ballare per davvero e cantare e intanto sudare perché sotto il palco picchiava un sole della madonna ma a dire il vero non importava nulla a nessuno – neppure ad Ale che di solito anela al rezzo e a un quieto anonimato. Insomma poi scoprire che il band leader è Dario Cecchini di Vicchio e io non l’avevo nemmeno riconosciuto perchè aveva una bandana rossa in testa e faceva lo stupido ballando e gridando sul palco. Ecco, è così che io avrei voluto suonare quando suonavo. Anche se magari non tutto usciva pulito e perfetto e liscio, ma – accidenti – c’era il sole, il caldo, la gente, il sudore, i gesti scomposti, le grida, le note che schizzavano per terra e rimbalzavano da qui a là. E i diciassette sul palco che sputavano nei fiati e intanto ballavano come deficienti. Questa è la musica, ragazzi.

Note perugine / 1. Funky made in Vicchioultima modifica: 2003-07-20T19:40:00+02:00da capecchi
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3 pensieri su “Note perugine / 1. Funky made in Vicchio

  1. Interessante, il “baccano” veniva dal portico dei giardini Carducci e mi sono voltato per vedere che cavolo era, me che ero nella zona del pub con gli amici. Poi sono saliti sul palco, a suonare come ossessi un fusion che pareva di indiani d’america mezzi ubriachi – anzi, tolgo il mezzi – a cui siano stati regalati dei fiati. Ma divertente, e tutti gli altri in quella canicola si divertivano con i Funk Off anche quando ti kiedevano di accucciarti sulle ginocchia. A Perugia si stava da dio quel sabato, e davanti al brufani era ventilato; ma sotto il palco dei giardini si sudava come matti. chissà perché

  2. Oh, fra gli accucciati c’ero anch’io. Del resto ci casco sempre, in queste cose dei musicisti: “E ora, battete tutti le mani a tempo”. (Gaia)

  3. Le cose dei musicisti servono a ricordarti che per un attimo hai una scusa per tornare bambino, ammesso tu abbia mai smesso di esserlo in un angolo remoto della tua personalità. Picasso la pensava così, a 92 anni.

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