Una vacanza uggiosa

Mi accorgo di aver sviluppato snobbissima idiosincrasia per le vacanze. Per i posti da vacanza. Per la gente da vacanza. Per i programmi da vacanza e per i resoconti da vacanza. Mi fa uggia andare al mare, mi fa uggia andare in montagna, mi fa uggia il villaggio tutto compreso, mi fa uggia il tre giorni – due notti in qualche capitale, mi fa uggia la ricerchina in lastminutpuntocom, mi fa uggia il “ho bisogno di rilassarmi”, mi fa uggia il “c’è un agriturismo in Toscana”, mi fa uggia il “prendo la moto e via”. Mi fa uggia. Epperò voglio le vacanze anch’io. Dunque, la mia contraddizione, non so davvero come sanarla. Il dissidio mi uccide – e mi fa sentire anche piuttosto stupida. L’unica cosa che non mi fa uggia sono le valigie, colme all’andata di scarpe e abiti – irrinunciabili – e stracolme al ritorno di inutili acquisti fatti in loco. Infatti, già, mi fanno uggia anche i teorici del bagaglio leggero.
Insomma, allora, dove mi consigliate di andare? Pregasi evitare scurrilità prevedibili assai.

Una vacanza uggiosaultima modifica: 2003-08-03T16:40:00+02:00da capecchi
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9 pensieri su “Una vacanza uggiosa

  1. la tua sindrome sarebbe morta sul nascere se nonpotessi andare da nessuna parte. solo che mangia sempre pesci si stufa.
    fammi il piacere. nno mi seccare e goditi anche lalast minute

  2. Gentile lettrice, se quel “nno mi seccare” è interpretabile come un “non mi seccare”, le assicuro che cercherò di arrecarle in futuro il minor disturbo possibile. Perchè sa, le confesso: il raggiungimento del suo stato di benessere, quiete e assenza di seccature è uno degli obiettivi primari della mia vita. Con osservanza nonchè attonito stupore per la vaniloquenza imprevista del genere umano, la saluto. (Gaia)

  3. la voglia di andare è sempre tanta: nel momento in cui torno a casa, sto già progettanto il nuovo viaggio e con la dovuta nostalgia guardo a quello che s’è appena concluso. io preparo il bagaglio mezz’ora prima di prendere l’aereo, conscia di dimenticare sempre l’oggetto più indispensabile, quello per la cui mancanza so già che condizionerò la mia vacanza. penso che il mio postergare sia legato alla voglia di non andare; parto sperando di essere già nel viaggio di ritorno. ad ogni modo, il vincolo, implicito nel tutto compreso o nel progetto di vacanza on the road, rimane sempre e cmq il dover rispettare una tabella di marcia…e la consapevolezza che tutto tornerà alla diuturna routine…

  4. Perchè non un posto vicino, familiare, conosciuto, in luoghi fermi da secoli (la casa al paesello dei nonni, la villetta in collina della vecchia zia, cose così), nella quale immota atmosfera agevolemente disperdere l’uggia in cambio di una sana confortevole noia?

  5. Perdonami, non sono pratico di questi commenti. il sig. anonimo di sopra sono io. 🙂 (antonio sofi)

  6. Penso, Antonio, che sia l’unico consiglio sensato. Montagne di libri e dischi (che poi uno non legge e non ascolta) e luogo conosciuto. Quella noia piacevole che si taglia a fette. E l’uggia diminuisce. (Gaia)

  7. verboso e retorico ma ti presento il mio uggialoco, piccolo arcipelago staccato dalla penisola un milione di anni fa. Isole Tremiti, tre e senza orologi come il paese di Peter, con paesani che non ti rivolgono la parola mai ma se parli tu sono generosi all’ossesso, il turismo è povero e le spiagge scocche rotte di petre infilate nel mare. E se ci vai trovi altre parole che bruciano: falesie, frinio (cicale), sistri (di venti) e robustoso (del fuoco, detto dall’inventor del volgare italiano). Sulle tue, invece? Sbrilluccicare da brillocco, il mio orecchio romano è particolarmente sensibile. Per fantasima no invece, mi hai punto sul vivo e quindi meriti una cauda. Se vuoi ti scrivo con piacere dieci righe, anzi, facciamo che trovi un articolo per te sul mio blog. Consideralo un brindisi a fine serata tra nuovi amici, ovviamente.

  8. volevo rispondere a una tua richiesta via mail… ma mi rendo conto che su questo blog non c’è uno straccio di indirizzo… altro che snobistica idiosincrasia per le vacanze…:-).. . n.

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