A piccole dosi

“Il corpo è un sublime atroce porco”. L’ha scritto Piero Ciampi. E io volevo scrivere qualcosa su di lui. In fondo è tutta la mattina che l’ho letto l’ho ascoltato l’ho pensato. Ma insomma forse non è il giorno e la stagione adatta, non so. Forse fa troppo male anche solo ricordarsi che è vissuto. Sicché scrivo d’altro, mangio la carne infarinata della mia mamma, preparo bagagli, passo la lingua sopra l’otturazione, rimetto Stadium arcadium, perdo e ritrovo scatole costumi cartacce. La vita è anche semplice, a prenderla a piccole dosi. Basta non agitarsi, star quieti. Un poco, solo un poco. L’attimo dopo tanto arriveranno maremoti e bufere. E allora ci ritufferà. Senza tapparsi il naso e scagliandosi giù come da un trampolino nel vuoto; “una vita a precipizio”.

A piccole dosiultima modifica: 2008-07-11T23:00:00+02:00da capecchi
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4 pensieri su “A piccole dosi

  1. Ammetto l’ignoranza: per capire chi fosse Piero Ciampi ho cercato in rete. Si sa che sono una vera ignorante in campo musicale. Quanto al resto, ogni tanto bisogna pur riprendere fiato; pur senza cadere nella mera sopravvivenza non si può vivere sempre come in una centrifuga, tanto appunto, in genere – come disse una volta un saggio -, “non si può mai stare tranquilli per più del tempo di una pizza”. E, d’altra parte, nemmeno si può stare sempre male. Anche nelle montagne russe dell’esistenza ci sono i passaggi più lievi, quelli da cui puoi anche guardare il panorama.

  2. Canto, anche a me dispiace non esserci stata. Fra l’altro l’ho scoperto anche molto tardi e non so se sono più in tempo per rimediare.

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