Parole d’amore scritte a macchina

Ho sognato di nuovo Paolo Conte, oggi pomeriggio. C’era questo concerto dedicato a lui. Gente sul palco che cantava e ballava le sue canzoni. Ma era gente del tutto assurda, tipo la vicepreside della mia vecchia scuola, che proiettava delle luci verso il cielo con una torcia; i suoi capelli biondi apparivano metallici, lunari, gelidi. Io non capivo. Mi sentivo come dentro Stardust memories e la scena delle mongolfiere, ma non saprei davvero dire perché. Forse il tremolio delle luci o l’aria d’estate o la sospensione del tempo. Comunque le canzoni quasi non le riconoscevo. O comunque erano le canzoni che conoscevo meno. Così sono andata dietro il palco. Si trattava di un piccolo palco all’aperto, dunque dietro al palco c’era un prato e il cielo sopra, qualche stella. Paolo Conte era lì, seduto con le gambe penzolanti fuori dal palco, buio intorno, tutto una nuvola di mistero e baffi grigi intravisti nella notte. Parlava con due tipi. Uno lo conoscevo. Io l’intraguardavo nella notte, pensavo d’andare da lui, fare una cosa stupida come allungare la mano e dire: “Buonasera, sono qui per dirLe che io La venero e se Lei vuole può usarmi come tastiera del pianoforte mentre canta Parole d’amore scritte a macchina ma va bene anche una qualunque altra delle Sue canzoni”. E stando lì a pensare questo mi passava addosso una notte bellissima e fresca. Mentre progettavo la mia presentazione nonché sottomissione totale ai voleri del Maestro, ricordo che mi scioglievo i capelli, proprio come fanno le segretarie in quei film anni cinquanta prima di togliersi gli occhiali e farsi baciare dal capo. Avevo tutto uno struggimento dentro, mentre allungavo il primo passo sopra le assi storte del palco. Ma d’improvviso lui s’alzava e se ne andava e spariva. Mangiato dalla notte. Io me ne restavo ferma, stranita: non avevo fatto in tempo, non ero stata veloce, l’avevo perso, ero un’idiota. Il sogno poi non finiva ma in un certo senso finiva.

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(Paolo Conte, Parole d’amore scritte a macchina. Canzone per sogni pomeridiani d’estate)

Parole d’amore scritte a macchinaultima modifica: 2009-07-04T22:53:00+02:00da capecchi
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