Oggi è freddo come sei anni fa e c’è fuori la stessa luce chiara e rosa. Sotto l’albero t’aspetta un enorme pacco che stamani non hai voluto scartare e gli occhioni son tutti pronti per gli auguri; compreso il Capitano, che sfoggia orgoglioso le sue ferite di guerra londinesi. Io invece l’anno scorso ho avuto il primo degli immagino numerosi crolli che avrò: eri grande, eri adulta, eri già fuori di casa, avevi cinque anni. Oggi ne hai sei, indossi un cerchietto blu coi pallini bianchi e sai scrivere Buon Natale e il tuo nome in corsivo. Ti guardo mentre sali le scale della scuola, gli altri bambini mi sembrano spesso tutti mostri e tu là in mezzo una cosa preziosa e fragile e fortissima. D’una bellezza sfolgorante. A volte vorrei riacchiapparti per lo zaino e dirti: vieni, lascia stare, che ci vai a fare in classe? Andiamocene via e torniamo fra un anno: abbiamo un sacco di cose da fare insieme, io e te. Andare a New York, guardare Il gatto con gli stivali, mangiare patatine fritte con la maionese.
Allora buon compleanno, buffa bambina mia. Che sia per te un giorno di giochi e cose belle.
Ed è stato un giorno di giochi e di cose belle, di sorprese, di sorrisi e di abbracci. Un bel 20 dicembre.