Se me lo dicevi prima


Io non avevo mai ascoltato Enzo Jannacci. Non so se è stato un bene o un male, esserne stati digiuni fino a ora. Comunque ora lo ascolto. Da oggi. Perché mi sono lasciata un giorno e mezzo di attesa, almeno, da quando ho il disco fra le mani. Non sapevo bene come prenderlo, ecco. Da dove partire. Poi sono partita. Con circospezione. Un mondo che davvero non conosco, in cui mi muovo a volte a fatica, perché proprio l’idea di quelle canzoni lì che canta lui pensavo non mi rappresentasse. Invece, invece. Capita che resti fulminata per strada da una Vengo anch’io no tu no che sembra una specie di Sing sing sing però con delle parole che ti portano indietro a quando eri piccina e infatti ora ti viene in mente che te la cantavano sempre il babbo e la mamma, chissà perché te n’eri scordata. Poi ti pigliano allo stomaco quelle storie piccole e tristi di telegrafisti di provincia con il cuore urgente e un’Alba qualunque che sguscia via dalle dita; donne minuscole e senza foulard ritte in piedi davanti ai cancelli delle fabbriche; altre col viso sporco di gazzosa, costrette a ridere ma che invece piangono perchè nessuno le porta al cine e le ama più. Storie di quelle che ti s’arrotolano per bene in zone abbastanza riparate di te. Poi t’accorgi che Jannacci cita Conte, quella canzone dove “tutto intorno è solamente pioggia e Francia”, sì, proprio una di quelle canzoni che preferisci non ascoltare mai. E’ una congiura, allora. Infatti poi Conte c’è davvero, canta anche lui, più avanti. Ma io decido di non ascoltarlo, per stasera. Domani, domani. Domani lo ripiglio in mano; e vediamo l’effetto che fa. Domani voglio ricascare dentro a limoni e acciughe, secchi e ombrelli, fra gente che parte e chissà dove va, appoggiarmi anch’io a saracinesche di lavanderie e aspettare, aspettare, aspettare. Però domani. Per oggi, davvero, può bastare.
Spengo tutto e vado a letto, cercando di non lasciarmi tenere sveglia da quella voce che gratta scortese e da quelle tre rondini nere ferme sul maledetto singhiozzo telegrafico.

 

Se me lo dicevi primaultima modifica: 2007-06-04T00:50:00+02:00da capecchi
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6 pensieri su “Se me lo dicevi prima

  1. Allora??? E’ riuscita ad ascoltare Conte??? Mi scusi per oggi ma avevo un paura enorme. Volevo venire ma nello steso tempo una forza estranea mi teneva inchiodota a quella scomoda sedia di legno. Avevo Noemi che mi continuava a dire:
    – Vai, vai, la prof ti lascia parlare, è buona non ti devi preoccupare!- Io dice si si con la testa ma non riuscivo veramente ad alzarmi da quella sedia. Solo a muovermi mi assaliva una senzazione strana, quasi qualcuno che mi tenesse legata. Va beh ormai è andata, anche se mi dispiace un sacco.
    Bacioni Tanya

  2. Taniuccia, non preoccuparti. Le cose vanno fatte solo se ci si sentono. Non devi affatto scusarti, ma scherzi? Ti abbraccio forte. Sei sempre una delle brave bimbe che stimo. p.s. Ah, no, niente Conte per ora.

  3. quella col nas spurch de gazosa è un capolavoro assoluto, straziante. se vuoi la versione originale c’è chi può procurartela (disse guidandola verso un buio angiporto). ciao!

  4. Burp, quelle parole lì son quelle che preferisco. Brivido brivido brivido. Grazie per il rimando a Serendipity. ma pensa te.

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