Abbandonare un libro per strada?

Da Mae via Yellowblog apprendo di questo Attentato poetico previsto per l’11 settembre prossimo – domani -, che consisterebbe nel lasciare in giro da qualche parte un libro per voi significativo (l’idea è vecchiotta già di diversi mesi, per altro, ma tant’è). Ma voi, lo fareste, di abbandonare un libro vostro, che avete maneggiato, annusato, letto, sfogliato, spiegazzato? Io no. E anche ammesso di sì, quale sarebbe?

Abbandonare un libro per strada?ultima modifica: 2003-09-10T17:05:57+02:00da capecchi
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7 pensieri su “Abbandonare un libro per strada?

  1. l’idea come dici tu è vecchiotta. in molte città ci sono luoghi appositi dove lasciarli. ho una specie di adorazione per i libri. ogni libro è una piccola parte di me,di quello che sono e di quello che diventerò e non avevo mai amato particolarmente questa idea. una mia amica un giorno mi ha regalato un libro,il profumo di Suskind. questo libro ha girato quasi mezzo mondo in tre anni ed ora è sul mio comodino. mi ha chiesto di leggerlo e poi di darlo ad una persona speciale,una persona in grado di apprezzare questo gesto. ci ho pensato e riflettuto….s i lo darò via,è come far girare una piccola parte di se stessi.

  2. P-R-E-G-O? “Se ami la poesia ami Di Pietro”? Può ripetere, grazie? No, perchè dev’essermi sfuggito qualche passaggio saliente. (Gaia)

  3. Non mi uccidere ma io uso lasciare le riviste…ovver o le compro, le leggo, me ne vergogno e le abbandono su panchine, sedili praticamente nuove.
    I libri che ami invece li conservo perchè dentro le pagine ci sono anche i miei pensieri, le mie riflessioni, faccio fatica anche a prestarli. Baci Momi

  4. Anch’io lascio le riviste in giro. Soprattutto negli scompartimenti dei treni – ad uso e consumo di qualche annoiato viaggiatore. (Gaia)

  5. Abbandonare un mio libro? Mai. Posso prestare o regalare un libro al quale tengo a poche, fidatissime e scelte persone. Ho comunque, quando tentata, preferito regalare alle stesse una copia nuova del testo, piuttosto che separarmene (Leopardi e Hesse). Anche leggere un libro altrui per me è difficile, a meno che al proprietario non mi leghi un affetto profondo. Sento il libro e anche il testo distanti, come non miei. Quando mi è capitato, ho reso la copia e me ne sono comprata un’altra. Quando per prigrizia non l’ho fatto, quella lettura è, comunque, rimasta “imperfetta”. Il fascino di un testo che ha fatto il giro del mondo nelle tue mani? Infinito, purché con me rimanga da quel momento in poi, così ho fatto per una copia del 1802 delle “Ultime lettere di Jacopo Ortis”. Si trattava, in ogni caso, di un libro comprato su una bancarella. So che non raccoglierei mai per strada qualcosa. Il progetto in questione è senz’altro utile e affascinante, ma non potrei mai prendervi parte. Stefania

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