Scrittura strattonata

Il venerdì è il giorno della scrittura strattonata. Parte a rilento, motore freddo. Fa uno scatto e poi si ferma. Riparte sputacchiando, procede, ma poco. In genere quello che appare qui è solo il portato di un quinto o sesto tentativo di testo che è stato abortito nel suo farsi.
La scrittura, infatti, anche quella per finta o per gioco, va trattata sempre con cura. Odio la scrittura dettata dal caso o dalla fretta; sprecata. Quando scrivevo le cartoline agli amichetti durante le vacanze estive, le cesellavo, le rimiravo, me le cullavo finchè le parole non uscivano perfette e tornite come dicevo io. Non è una barzelletta che la mia cara amica Simona si facesse correggere da me le cartoline che doveva spedire. Nel luglio del 1994 la sgridai parecchio – e in seguito il fatto è divenuto tormentone giocoso della nostra amicizia – per aver scritto a un suo desiderato amore “un bacione”. Eh, no, che diamine. “Un bacione” non va bene, via, riscrivere, strappare, dimenticare financo la concezione di tale mostruosità o sei per caso impazzita? “Un bacione” si manda alla zia o alla cuginetta ottenne. Ai ragazzi concupiti, invece, solo qualche rarefatto bacio, isolato, semplice, scarno. E prima, poche parole, ma scolpite come su carne viva. Allora, forse, si ha qualche speranza. Ma non è affatto detto. Perché la scrittura e i frutti da essa sperati richiedono tempo, dedizione e mani leggere.

Scrittura strattonataultima modifica: 2003-10-10T16:20:00+02:00da capecchi
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7 pensieri su “Scrittura strattonata

  1. che amerezza sentirtelo dire quando da mesi scrivo negli spazi lasciati tra le righe che scorrono sul monitor, sempre troppo presa da altro, sempre troppo stanca di altro. ogni venerdì a quest’ora mi dico che smetterò di strattonare, caspita, ho un intero finesettimana per prendere giri. poi, è lunedì. [sere]

  2. Cara Sere, non ti amareggiare, Che le tue strattonature sembrano invece ben meditate. Riempi pure le righe che trovi libere e non angustiarti. Comunque, per eventuali correzioni di cartoline, son sempre qui. (Gaia)

  3. Epperò guarda che le cartoline bianche sono il massimo, cara Gaia M.. Indirizzo, silenzio e una piccola firma perduta in mezzo al biancore. Splendido.(Gaia )

  4. avevo dodici anni ed un fidanzatino col quale ci eravamo scambiati a stento un bacio sulle labbra. un giorno mi telefonò e mi disse che mi aveva mandato una cartolina. ero parecchio emozionata. poi quel rettangolo di cartone arrivò. sopra aveva una di quelle rose in una fotografia sfumata. orribile. il retro era persino peggio. c’era scritto: “un caro saluto, bruno”. nemmeno mio nonno m’avrebbe mai mandato una roba così. per me queste cose sono delitti. ho tutta un’estetica complicata e non pretendo di spiegarla. ma basterebbe già un errore nello scrivere il cognome. non perdono. (robba)

  5. Scrittura piuttosto meditata la presente, visto che non consapevole di dover cliccare “Anonimo” prima dell’invio, il mio primigenio commento è stato rifiutato. Scrittura meditata eppur sempre strattonata rimane la mia. L’arte dello scrivere proprio in quanto arte deve essere meditata anche quando nasce sull’onda di un’impulso incontenibile. La capacità di rendere visibili, tangibili e recuperabili svolazzi della mente, affetti, sensazioni, esecrazioni, ironie e cinismi ci distingue dagli altri animali e dai vegetali. Ci rende in parte divini, spirituali. E’ un’arte che si può in parte acquisire e coltivare. In parte. Correttezza, meditazione e chiarezza sono obiettivi raggiungibili per un accettabile numero di persone. Il resto, la Scrittura, è per pochi. Non è per me, che fin da piccola conservo un rapporto di amore-odio nei confronti della produzione scritta: di amore, di passione, di attrazione e di inscindibile frustrazione. Col tempo si impara a conoscere i propri limiti e a convivere con essi. Sono pure fiera di alcune mie analisi affidate alla tastiera e anche di alcune opinioni buttate là quasi per gioco (ma quasi nulla per me è un gioco, soprattutto non lo è scrivere. Semmai scrivere è sofferenza mista a piacere). Chi mi ha chiamato qua, Chi mi ha fortemente voluto qua, mi deve volere veramente tanto bene per tenere anche alla mia scrittura meditata eppur comunque strattonata.

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