Leggerezze in abitini cocktail

Chiariamolo subito. Io amo i film che in giro non si vedono più. Quelli con Rock Hudson e Doris Day – tanto per dire – che cinguettano sullo sfondo di una New York laccata e straordinariamente perfetta. Gli abitini cocktail e le case con quelle viste pazzesche e i dialoghi leggeri e inutili. Amori sciocchini e risolvibili, senza l’ombra del dramma o del rovello. Prendere un taxi al volo tirandosi dietro il cappello rosa e finire in qualche attico a sorseggiare un martini, occhieggiando di sopra al bicchiere l’impeccabile completo scuro di qualche carygrant. Naturalmente parlo di quei tempi intorno ai Sessanta, quando le musiche erano quelle giuste: big band che swingavano e sezioni d’archi che s’allungavano ruffiane sulla moquette degli appartamenti geometrici. Così stasera andrò a vedere Down with love. So che non sarà mai come vedere un Charles Walters alle prese con margherite da non mangiare o alta società da cantare ma, insomma, se anche solo uno sbrilluccico dell’allora arriverà dallo schermo a me sarà più che abbastanza.

Leggerezze in abitini cocktailultima modifica: 2004-02-08T13:53:26+01:00da capecchi
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Un pensiero su “Leggerezze in abitini cocktail

  1. andrò anch’io. stessa passione per l’america in abito da cocktail. non per altro, anche se in jeans e scarpe da ginnastica, mi resta sempre tra le mani il bicchiere da martini. (robba)

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