Oggi Robba scrive alcune cose. Le sento anch’io; magari con sfumature diverse, con punti di vista appena appena spostati, eppure capisco. La fatica del confrontarsi. La non necessaria mescolanza al prossimo. La sciocca ma incontestabile certezza degli oggetti. Soprattutto l’avere intorno solo una, tre, cinque persone (e non insieme, ma una alla volta). Con cui non ci si stanca e non ci si annoia – e se ci si annoia non è grave perché il tempo si riempie di vicinanza, e basta -, sotto il cui sguardo non siamo deformati come sotto una lente d’ingrandimento schiacciata sul nostro corpo. Le persone che hanno molti amici mi insospettiscono. Provo un istintivo bisogno di fuga dinanzi a chi non ama passare le sue ore camminando solo per la città; o in casa a fare qualsiasi cosa che sia solitudine. Che strano: mi piace la gente, in qualche modo la amo, eppure mi terrorizza e mi sfinisce. E un fine settimana come quello appena passato, chiusi in casa senza vedere nessuno, con davanti cibi già belli e impacchettati nel loro sacchetto di carta marrone o silenziosamente portati da ignoti motorinisti pakistani, beh, è barattabile con poco altro.
Intanto, fuori, il grigio nebbia ottunde vista e sensi. E io mi preparo a fenderlo armata come sono di insicurezze idiote e incancreniti sensi di colpa.
Una, tre, cinque persone
Una, tre, cinque personeultima modifica: 2004-02-16T13:15:00+01:00da
Reposta per primo quest’articolo
sulla stampa di ieri in prima pagina c’era questo articolo di ceronetti. ha scatenato tutto. (robba)
Autarchia fa rima con malinconia. Una malinconia che a me piace. (Gaia M.)
e citando, citando, qualche giorno fa uno di… citati. o no? n.
off topic: ad un dibattito sui blog che si è svolto a galassia gutemberg (napoli, fuorigrotta) sabato scorso, il moderatore – tale marino sinibaldi – ad un certo punto parla del reportage di alcuni blogger sul libro di chuck palanìk (così lo chiama lui). dice che luca sofri ed altri hanno scritto di gente che sveniva alla presentazione. lui si è incuriosito ed ha trovato finalmente il racconto oggetto di svenimenti. riportato da una certa guia (due più due fa tre). 55esimo minuto in real player su http://www.radioradica le.it. (robba)
il tempo si riempie di vicinanza…bel lo, ma mi è venuto come un ovosodo in gola, che non va né su né giù… ciccio
Ti va di essere intervistata per i “Blogorroici” ? Fammi sapere lasciandomi un commento su blogorroici.spl inder.it! Ciao, Zapotek.
Ascoltato lo stralcio di conferenza bloggica posso chiosare: chiamatemi gUia, d’ora in poi. (G a/u i a)
Dio, Gaia, i blogorroici, che termine orrendo. momi
io la differenza tra gaia e guia ce l’ho ben chiara da tempi non immemori, ha.