Alunni / 3. Fuga col cane

C’è questa alunna. Ieri ha svolto il tema numero tre – che poi era uno di quei titoli vaghi che chiedevano di scrivere su isole impossibili e luoghi dove fuggire. Lei ha parlato di salutare parenti amici e ciao, partire da sola con la sua chitarra e un cane di nome York. Raggiungere un giardino piccolo e isolato, solo suo, dove portare anche il ragazzo che ama. Parlava di lui come se fosse qualcuno da proteggere e curare dai mali del mondo. Ieri, che splendeva un sole alto e perfetto e il cielo era azzurrissimo soprattutto nel tetto sopra casa mia, la storia di lei, di lui e del cane mi aveva colpito, lasciandomi in gola un deglutire scomodo e dolce. Così le ho scritto un biglietto, strappando un foglio giallo che pubblicizzava i film proiettati nella parrocchia di Anzola, chiedendo di lui e della sua storia – se lei avesse avuto voglia di raccontarmela. Ha sorriso – del resto sorride sempre, lei, ma in un modo non sciocco e inutile, piuttosto luminoso, vero, essenziale, senza curarsi troppo dell’apparecchio per i denti – ed è tornata a posto. Stamani, poi, lei s’è avvicinata e m’ha consegnato due facciate e qualche rigo scritte fitte fitte. Il titolo era il nome di lui. Insomma, che ne so, sarà stata la nebbia fitta e fuori stagione di là dalla finestra oppure il silenzio senza respiro della classe che ricopiava la brutta in bella, sarà stata la sveglia confusa delle 6.47, ma io ci sono rimasta secca. Quello che c’era è solo suo; infatti i due fogli glieli ho restituiti, ed erano belli. Mandavano fuori amore e dolore, che lei sembra, nei suoi tredici anni, aver già capito avanzare affiancati. E c’era un senso forte di accettazione delle cose, per come esse si presentano, nei loro modi a volte inconcepibili eppure irrinunciabili. Lei ha occhi grandi e sempre attenti, nerissimi, dove il bianco quasi si perde; ride molto alle mie battute; resta ferma e sospesa in un abbozzato sorriso quando leggo cose come L’uomo dal fiore in bocca. Oggi, però, sospesa sono rimasta io, lì, ferma con gli occhi su quei fogli, incerta fra lo stupore del riconoscimento e l’urgenza d’abbracciarla – che però s’è smorzata nei miei composti movimenti dietro la cattedra e in qualche parola buttata giù sul pezzo rimasto di foglio strappato ieri, giallo.

Alunni / 3. Fuga col caneultima modifica: 2004-04-03T15:15:00+02:00da capecchi
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15 pensieri su “Alunni / 3. Fuga col cane

  1. E’ incredibile… viviamo in mezzo a loro tutti i giorni, comprendiamo i loro progressi, le loro difficoltà, le loro speranze e poi, un giorno, ci accorgiamo che gli vogliamo bene, davvero bene, profondamente bene… bellissimo post, ciao

  2. quando racconti della scuola sei meravigliosa e poi… l’avrei tanto voluta una prof. come te!! :-))

  3. Guarda la foto che trovi sul mio blog e fammi sapere che ne pensi…Se ti va!!!
    La foto in questione è:”Il sasso e il fiume”.
    Ciao,
    Salvo.

  4. in una vita precedente, quando ancora fantasticavo (?) di fare l’insegnante, speravo di poter scrivere un giorno una cosa così. Ti auguro che una gemma così fulgida non sia l’eccezione nelle tue giornate. // Io comunque ero passato a dirti che avevo tirato le somme della storia di Cafiso e del suo talentone. http://burp.spl inder.it/1080477 083#1715768 // A questo punto, dopo il post che ho appena letto, credo che ripasserò anche per altri motivi 😉

  5. Brava Capecchi.
    E’ la prima volta che ti leggo e mi hai emozionato.
    Tornerò sicuramente…
    ..se tu lasciassi una mail o qualcosa del genere… potrei farti anche le mie considerazioni. . ma non su una lavagnetta dei commenti.

    ciao
    Logu

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