A margine della notte

Certo che questa spugna virtuale in cui ci stringiamo, dalla realtà differisce, sì, ma mica poi tanto. Perché spuntano anche qui affinità dal nulla, inspiegabili antipatie, riconoscimenti improvvisi. Ci si ama o ci si odia così, come per strada, solo per com’è lanciata una parola – uno sguardo. Con pochi perchè.

A margine della notteultima modifica: 2003-09-04T02:24:12+02:00da capecchi
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5 pensieri su “A margine della notte

  1. Tu la spugna – anche se ti riferivi a quello virtuale. Io il formaggio svizzero. Non c’è che dire: viviamo in un pianeta pieno di buchi. Anche se il primo trattiene l’acqua e il secondo la lascia passare attraverso. Ci sarà qualche significato profondo in questo? Saluti, [Ja]

  2. Le parole e/o un testo scritto sono o dovrebbero essere espressione della mente, del pensiero, delle impressioni, delle sensazioni e delle emozioni della persona che le produce. Dunque, è perfettamente normale provare affinità, antipatie o riconoscimenti improvvisi. E’ più o meno quanto accade anche con la letteratura.
    Stefania

  3. Al cinema non si parlotta, è legge. Nel caso un villico lo faccia, lo si ammonisce prima con lieve ironia (chessò, “scusi, le dà fastidio se ascolto?”); poi con ironia meno lieve (chessò, “guardi che, se adesso sta un po’ zitto, poi il film glielo spiego io!” – variante: “faccia stare zitta questa papera che ha accanto, il film glielo spieghi a casa!”); se neanche questo sortisce effetto (ma a me è capitato solo due volte su decine e decine e decine), si va in direzione a protestare. Posso riferire solo sulle due esperienze personali: in una ne è seguito severo stigma al villico da parte del personale addetto alla sala, col conseguente di lui annichilirsi in un aspetto mogio (ma forse era colpa del film: “Paris, Texas”); nell’altra il secondo villico mi ha aspettato a fine proiezione fuori (colluttazione breve, niente di speciale, pusillime escoriazioni d’entrambi: mi sembra un prezzo onesto).
    Lei, gentile signorina, è fortunata in quanto donna. Potrebbe alzarsi, avvicinarsi al villico e dire con appropriata mestizia: “Senta, lo vede quello lì? – indichi con dito molle un comprimario sullo schermo – Quello era il mio fidanzato, è morto sei giorni fa. Potrebbe avere un po’ di rispetto oltre che di educazione?” E qui inclini il capo di un circa 15°.
    (L.C.)

  4. Le rispondo qui, gentile dott. L.C. Stasera seconda parte del film: vedrò dunque di mettere in pratica qualcuno dei suoi consigli – per quanto, le assicuro, sia assai meglio non aizzarmi contro il villico ciarliero, già da me fin troppo fustigato. (Gaia)

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