Aniciata

Lui chiama dalla stazione di Cordoba. Completamente ubriaco. Bloccato lì in attesa di poter prendere un qualsiasi maledetto treno per Madrid. La voce è distorta. Capisce poco, biascica, si ripete. Ha un labbro spaccato e sanguinante, ha vomitato, rovescia parolacce. A Madrid l’aspettava qualcuno, chissà se ha avvertito, chissà se arriverà mai. Domani dovrebbe partire per gli Stati Uniti; per adesso sembra già molto che possa salire su un treno. Del resto oggi era l’aniciata, a Cordoba. Dalle quattro del pomeriggio già si bevevano diabolici bicchierini di anice a cinquanta centesimi l’uno. Ovunque ci si affannava nei negozi e invece lì si festeggiava ingollando tutto d’un fiato le liquorose pozioni. Ecco, il Natale ti sorprende così, mentre incarti la mucca per la piccola Alice, ascolti leggeri duetti di Ray Charles con qualcheduno e guardi l’albero brillare. Poi suona il telefono e t’accorgi che nelle stazioni il 22 di dicembre c’è chi aspetta con labbra rotte, delirante, in rabbiosa solitudine. Provi un senso assoluto di bene. E d’impotenza.  

Aniciataultima modifica: 2004-12-23T00:30:00+01:00da capecchi
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