Scalza, ferita, felice

Ecco, mi tocca togliermi le scarpe e camminare scalza per via Indipendenza.
E’ così che è andata stasera. Tutta vestita bellina con la gonna a psichedeliche piccole sfere bianche e nere. Il golfino nero bordato di bianco a professoressina perbene. Profumata, capelli ondosi, labbra color mora. E le scarpe in mano. Maledette. Non è che poi le abbia tenute indosso tanto. Avevo appena attraversato al semaforo sotto casa che già volevo risalire. O comprare una qualsiasi ciabattina infradito argentata nel primo negozio aperto – a trovarne. Invece le ho tolte e ho camminato così, a piedi nudi per le strade roventi di Bologna. Però l’aria sapeva di buono e avevo bei pensieri che mi sciaguattavano nelle testa. Così comunque ce l’ho fatta ad arrivare, all’Arena del sole per vedere i miei ragazzi.
C’era Giuseppe magro e allegro, tutto un guizzo partenopeo sul palco; poi anche la silenziosa Alessia divenuta incredibilmente l’opposto di sé: una piccola di giallo vestita tutta mosse e sorrisi; il pazzesco punk con capello blu che nascondeva Francesco; una Marta più stralunata e dolce del solito; Enea saltellante vestito da sportivo che mi diceva: “Prof, gliel’ho preparato il kit*, prof”; il meraviglioso Leo che mi saluta mettendosi sull’attenti e recitando se stesso, con il naso dentro il libro e gli occhiali. Poi tutti gli altri, bravi, belli, accaldati, sudati, che io m’abbraccio e mi stropiccio anche se non sono miei alunni, ma sì, che importa. Li piglio e gli stampo dei bei baci sulle guance, voglio proprio sentire i loro corpi, ne ho bisogno. Sarà per i piedi straziati, l’emozione o l’estate precoce ma ho proprio bisogno di sentirmeli addosso, con quei fiati caldi e le magliette da strizzare. Frastornata da tutto questo e da una mattinata all’insegna dell’avanspettacolo, me ne torno a casa sempre con le scarpe in mano. Mi siedo qui, rileggo un po’ l’avverbio che è veramente una follia grammaticale e metto su Fossati. Era un bel po’ che non lo facevo.
Buonanotte.   


* Parlava di un kit completo da guerriglia scolastica anti-alunno (mazze chiodate, mimetica, elmetto, bazooka e quant’altro) che da tempo favoleggia di regalarmi

Scalza, ferita, feliceultima modifica: 2007-05-15T00:40:00+02:00da capecchi
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2 pensieri su “Scalza, ferita, felice

  1. No, camminare scalza non mi piace affatto. E’ che c’avevo il sangue che mi colava giù per il tallone.

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